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Numero chiuso medicina: quest’anno sono stati 67 mila gli studenti che hanno sostenuto il test della facoltà di medicina, magari per l’ultima volta. Con la manovra fiscale, infatti, è arrivata anche la volontà espressa dal Consiglio dei Ministri di abolire il numero chiuso per la facoltà di Medicina permettendo così a tutti gli studenti di accedere.

Di fronte a un iniziale disorientamento generale, il ministro della Salute, Giulia Grillo è intervenuta sulla questione chiarendo che si lavorerà per aumentare il numero degli accessi e delle borse di studio per le specializzazioni in Medicina, così da non creare problemi ai numerosissimi studenti che poi non troverebbero, di fatto, spazio nelle poche specializzazioni disponibili attualmente. 

Ma come stanno davvero le cose?

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Numero chiuso medicina, tutti i dati

Il test del numero chiuso alla facoltà di medicina è stato introdotto nel 1997 istituita con decreto dall’allora Ministro dell’Istruzione Ortensio Zecchino. Solo due anni dopo è arrivata le legge del numero chiuso e dichiarata legittima nel 2013. 

I posti sono andati via via aumentando nel corso degli anni, soprattutto nel 2014 mentre negli anni successivi fino a oggi, sono stati leggermente ridotti.   Si è passati da 7 mila posti negli anni 2000 ai 10 mila nel 2013 e 2014. Successivamente, nel 2015 10.322 posti, mentre per l’anno 2016-2017 sono stati 8,817 posti. 

Facoltà di Medicina: si o no al numero chiuso?

Il Presidente della Crui, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane,  Gaetano Manfredi ha comunicato che con  diversi finanziamenti potremmo arrivare a contare 15 mila posti disponibili tra tre anni ma a causa  sia della mancanza di insegnanti che per  la necessità di adeguate strutture e laboratori,non crede che sia possibile abolire il numero chiuso.

Ma allora a Roma, a Palazzo Chigi  che cosa hanno deciso?

Questa notte è stato pubblicato un comunicato sul sito della Presidenza del Consiglio, in cui si leggevano le seguenti parole:  “Abolizione del numero chiuso nelle Facoltà di Medicina.Si abolisce il numero chiuso nelle Facoltà di Medicina, permettendo così a tutti di poter accedere agli studi”.

Subito dopo la Presidenza del Consiglio si è espressa  in altro modo “Si tratta di un obiettivo politico di medio periodo per il quale si avvierà un confronto tecnico con i ministeri competenti e la Crui, che potrà prevedere un percorso graduale di aumento dei posti disponibili, fino al superamento del numero chiuso”.

Quindi il numero chiuso sarà abolito ma non immediatamente. Come ha precisato il Ministro dell’Istruzione, Bussetti “non credo, che i tempi siano brevissimi nel senso che bisogna fare naturalmente un tavolo con il MIUR e confrontarci con le università perché sarebbe una rivoluzione, quindi bisogna approcciare il tema con grande senso di responsabilità, però oggi il criterio che fa accedere a medicina non seleziona i migliori per quella disciplina ma semplicemente coloro che hanno più memoria.

Lo posso dire perché io l’ho fatto e quindi so benissimo in cosa consiste l’esame. E dall’altra parte parte dobbiamo anche adattarci ai tempi che cambiano e a una proiezione futura.  E’ probabile che il numero di medici formati e specializzati, dai dati che abbiamo, non sia sufficiente, specie se poi avremo la quota 100 che comporterà anche il pensionamento anticipato di una categoria che è quella che rappresenta maggiormente la sanità pubblica: i medici tra i 60 e i 70 anni”.

Sulla questione si è espresso anche Matteo Salvini sostenendo la sua disapprovazione perché “abbiamo bisogno di medici e ingegneri”.

Cosa dicono gli studenti

Diversi studenti della Facoltà di Medicina si sono dichiarati contrari alla decisione della Presidenza del Consiglio: “siamo 200 nel nostro corso, già con il numero chiuso riscontriamo difficoltà perché siamo tanti e i reparti non possono accoglierci tutti” dicono.

Disapprovano la decisione, perché sarebbe contro producente sia per loro che soprattutto per i pazienti, “ne risentiamo noi ma anche i pazienti, quando per esempio ci ritroviamo ad essere venti studenti dentro una stanza, con i professori, gli specializzanti e il paziente. Non è mai gradevole, sia per noi che dovremmo imparare sia per il malato”.

“Se verrà abolito il test d’ingresso ne faranno le spese gli studenti, la didattica e gli internati. Per non parlare delle aule che non riescono a contenere già oggi tutti gli studenti”.

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