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Secondo il Dossier Rifiuti 2018 di Cittadinanzattiva la Tari costa mediamente 302 euro in Italia, con una differenza importante tra le regioni più economiche del Nord e quelle più care, con uno scarto di oltre il 120%. 

Per quanto riguarda le Marche, la tassa di raccolta rifiuti nel 2018 si attesta a 238 euro, con un aumento dell’1,2% rispetto al 2017, quando la Tari costava 235 euro. In tutto il Paese aumentano le tariffe in 10 regioni, l’aumento maggiore si concentra a Matera con un +13,5%, mentre diminuisce in 6 regioni, tra cui il Molise (-4,9%) e il Trentino Alto Adige (-4,5%). 

E ad Ascoli Piceno come siamo messi? La nostra città è al centro della classifica regionale per il costo della Tari, ma la buona notizia è che non si registrano aumenti rispetto al 2017, forse perché la tassa era già aumentata considerevolmente l’anno precedente.

Dossier Rifiuti 2018, quanti rifiuti produciamo

Secondo il Dossier Rifiuti urbani 2017 dell’Ispra nel 2016 il nostro Paese ha prodotto oltre 30 milioni di tonnellate di rifiuti urbani con una maggiorazione del 2% rispetto al 2015. La regione che produce più rifiuti è l’Emilia Romagna (con 653 Kg), quella che ne produce meno è la Basilicata (con 354 Kg). I rifiuti urbani si concentrano soprattutto al nord (47%), a seguire il sud con il 31% e il centro con il 22%.

Concentrandoci invece sulla raccolta differenziata, si registrano aumenti rispetto al 2015 soprattutto nel Veneto, in Trentino Alto Adige, in Lombardia e in Friuli Venezia Giulia. Maglia nera, invece, per la Sicilia, il Molise, la Calabria e la Basilicata. L’Abruzzo aumenta il conferimento in discarica del 12% rispetto al 2015.

Un quadro che mette in evidenza le sostanziali differenze territoriali esistenti ancora oggi in Italia dovute ai differenti sistemi di gestione dello smaltimento dei rifiuti.

Osservatorio prezzi e tariffe, quanto costa la Tari in Italia

L’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva la sua consueta indagine sulle tariffe sostenute dai cittadini per i rifiuti solidi urbani.

Dal 2014, la tassa sui rifiuti si chiama Tari ed è composta da una componente fissa, che viene moltiplicata per i mq dell’abitazione, e da una componente variabile che dipende dai componenti del nucleo familiare.

Le tariffe vengono decise da ogni Comune, ma bisogna considerare che c’è anche un tributo provinciale che varia dall’1 al 5% della tariffa. L’indagine di Cittadinanza considera tutti i capoluoghi di provincia in Italia e prende come riferimento una famiglia di 3 persone che vive in un’abitazione di proprietà di circa 100 metri quadri.

Nel 2018 le famiglia italiane pagano mediamente 302 euro all’anno per la Tari, la regione più economica è il Trentino Alto Adige dove la tassa costa 188 euro e scende del 4,5% rispetto al 2017, la regione più cara è la Campania con 422 euro (+1,0% rispetto al 2017). Al nord si spendono mediamente 256 euro, al centro 301 e 357 del Sud.

Le dieci città più costose con una Tari al di sopra dei 400 euro si trovano tutte al sud. La più cara è Trapani, che registra un aumento del 49% rispetto al 2017. Praticamente un salasso. La città meno cara d’Italia rimane Belluno, dove la Tari costa 153 euro.

Quanto costa la Tari nelle Marche e ad Ascoli

Arriviamo ora alla situazione regionale e a quella provinciale. Le famiglie marchigiane spendono mediamente 238 euro per la Tassa di raccolta rifiuti nel 2018, con un lieve aumento rispetto all’anno precedente. 

Ascoli Piceno, con i suoi 239 euro medi non subisce aumenti rispetto al 2017 e si piazza al centro della classifica regionale oltre a essere perfettamente in linea con la media regionale. La città più cara nelle Marche è Ancona con 276 euro e un aumento del 4,9% rispetto al 2017, dietro c’è Pesaro con 263 euro, nonostante la riduzione dal 2017 (-1,7%), seguono Urbino con 243 euro e nessun cambiamento dall’anno prima, Ascoli con 239 euro, Macerata con 207 euro. Si paga meno a Fermo con 197 euro per famiglia, con un +1,8% dal 2017.

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Per quanto riguarda la produzione dei rifiuti urbani nel 2017, la maglia nera spetta a Pesaro con 755 kg pro capite, segue Ascoli con 537, Ancona con 499 e Macerata con 477 (mancano i dati di Fermo). 

Per la raccolta differenziata, Ascoli raggiunge il 47.3%, piazzandosi in fondo alla classifica regionale, secondo i dati Legambiente (ecosistema urbano 2018).

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