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“Trend Marche 2018”, secondo CNA e Confartigianato Marche è tornato a soffiare il vento della recessione sul sistema produttivo marchigiano.

I dati sulle imprese marchigiane sono stati diffusi in occasione della presentazione di “Trend Marche 2018”, osservatorio integrato sull’artigianato e la piccola impresa marchigiana, realizzato in collaborazione con Ubi Banca, Istat e le università “Carlo Bo” di Urbino e “Politecnica delle Marche”.

Trend Marche 2018, secondo CNA e Confartigianato c’è aria di recessione

Nei primi nove mesi del 2018, la Regione Marche ha perso 1.162 imprese, le quali hanno chiuso i battenti a causa della crisi economica. A chiudere sono state, soprattutto, le aziende del commercio (-717) e dell’agricoltura (-449). Hanno chiuso anche molte attività edili (-174) e manifatturiere (-292). Tra queste ultime, maggiori chiusure nei settori calzaturiero (-102), del mobile (-102), dell’abbigliamento (-48) e della meccanica (-30).

In crescita, invece, le imprese che si occupano di servizi (+528); tra queste ultime, spiccano le attività immobiliari (+118), le attività professionali (+108) e i servizi di alloggio e ristorazione (+80).

E’ stato il professor Ilario Favaretto dell’Università di Urbino a presentare i risultati di “Trend Marche”, un’indagine sui bilanci di  3.000 artigiani e piccole imprese con meno di 20 addetti.

“Nei primi sei mesi del 2018” – ha dichiarato Favaretto – “il fatturato di queste aziende è aumentato dello 0.7 %, percentuale inferiore all’inflazione e in frenata rispetto ai primi sei mesi dell’anno precedente quando i ricavi erano saliti dell’1.8 %. All’interno del comparto manifatturiero, i ricavi sono in crescita nella moda del 5.7 %, mentre diminuisce il fatturato del mobile del 3.1 %. In calo anche i ricavi della meccanica del 2,7 %.  Purtroppo, anche i dati, ancora incompleti, del secondo semestre 2018, lasciano presagire un’ulteriore frenata dei ricavi, con il rischio che, nel 2019, tornino a soffiare i venti della recessione sul sistema produttivo marchigiano.”

Anche l’export marchigiano, tradizionale punto di forza delle micro e piccole imprese marchigiane, nei primi nove mesi dell’anno 2018 ha segnato il passo.

“Le esportazioni delle nostre piccole imprese manifatturiere” – ha spiegato il prorettore della “Università Politecnica delle Marche” Gianluca Gregori“hanno risentito degli effetti di delocalizzazioni e guerre commerciali. Particolarmente pesanti sono state le conseguenze del rischio dazi americani, della Brexit, delle sanzioni alla Russia, delle turbolenze finanziarie. Il risultato è stato una diminuzione dell’export per le piccole imprese marchigiane dell’1,7 % rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Pesanti i risultati per il nostro export in Russia (-12.7 %) quasi tutto imputabile alle calzature, e nel Regno Unito (-11,4 %); mentre sono aumentate le esportazioni in Turchia (+7,6 %). Pressoché stabile l’export delle piccole imprese marchigiane verso l’Unione Europea e in aumento verso Francia e Germania”.

Come risolvere i problemi delle imprese marchigiane che chiudono, del fatturato in frenata e dell’export in calo? Per i presidenti di CNA Marche Gino Sabatini e di Confartigianato Marche Giuseppe Mazzarella “serve uno sforzo congiunto di associazioni di categoria, Regione e istituti di credito, per sostenere la competitività delle imprese attraverso il sostegno e il finanziamento a innovazione, internazionalizzazione e creatività imprenditoriale”.

Manuela Bora, assessore all’Industria e Artigianato Regione Marche, ha affermato che “la Regione, dopo aver attivato quest’anno bandi europei per 400 milioni, di cui 248 sono andati alle imprese, ha in piedi un bando di 15 milioni per le filiere del Made in Italy che scade il 31 gennaio e investirà sulle piattaforme tecnologiche dove dovranno aggregarsi università e imprese”.

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