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Dici cultura e pensi a professoroni imparruccati e a biblioteche polverose. Dici cultura e pensi a noiose conferenze o complicatissimi e astrusi testi di filosofia. Dici cultura e pensi a soporiferi concerti di musica o a strane istallazioni di arte.

Cari amici questa idea della cultura è stata divulgata da quelli che la cultura non la conoscono e non vogliono farvela scoprire. La cultura non è come vogliono alcuni una paroletta dietro cui si nascondono i radical chic ma è (e dobbiamo dirlo ad alta voce) il sangue e la carne del nostro essere nel mondo come cittadini e persone consapevoli.

Proprio perché di cultura si vive e dove non c’è cultura non si è liberi abbiamo con immenso orgoglio e gratitudine appoggiato e accolto l’invito fatto da Il Saggiatore di portare nella nostra bella Ascoli Piceno il festival “Che cos’è la Cultura” che l’editore già da diversi anni realizza nelle grandi metropoli del nord Italia. 

La prima edizione “on the road” del Festival ha scelto Ascoli, con le sue piazze, i suoi locali, i suoi scorci di travertino incantati, per affrontare con competenza, eleganza e leggerezza alcuni grandi temi legati ai più disparati campi del sapere.

Di Ascoli Piceno si è detto molto (città bellissima e schiva di cui Manganelli dubitava l’esistenza, tanta era la capacità di generare visioni oniriche), ma forse non si è mai sfruttato a pieno il suo potenziale di luogo dove “fare” cultura celebrando il glorioso passato e guardando al futuro. Ci proviamo questa volta con il festival “Che cos’è la cultura”.

Ci proviamo in 2 giorni il primo e due giugno con un esercito di scrittori e relatori di altissimo calibro che invaderanno alcuni dei luoghi più belli della città per affrontare temi interessanti e unici.

Non voglio fare spoiler né un comunicato ufficiale in questo breve post (vi rimando al programma completo che trovate on line a questo link), tuttavia voglio dedicare qualche parola a uno dei libri che avremo l’occasione di presentare nel corso del festival. Il testo è “Immortali” di Alberto Giuliani. A questo stranissimo libro e al suo poliedrico autore sarà dedicata la lezione “Che cos’è il futuro”.

“Immortali” è il racconto di un viaggio, nato un po’ come “un indovino mi disse” di Terzani. Una profezia inquietante porta il nostro autore a fare una lunga indagine sul mondo che verrà.

Cosa produrranno le incredibili evoluzioni scientifiche e tecnologiche sulla vita quotidiana? Vi riporto un passo dall’incipit del libro che spero possa catturarvi e emozionarvi come ha fatto con me “Ho incontrato gli astronauti della nasa diretti su Marte, i padri della robotica umanoide in Giappone e gli uomini che si congelano in attesa di una nuova vita.

Ho vissuto con i guardiani del clima al Polo Nord, parlato con gli scienziati che stanno costruendo un sole artificiale più potente di quello naturale e incontrato i politici che per salvare la biodiversità la chiudono in un bunker. Ho visto persone pronte all’apocalisse, mangiato pesci transgenici e verdure che non esistono in natura. Incontrato ricercatori che clonano, tagliano e cuciono dna ai limiti dell’eugenetica. Ho cercato in tutti una guida e risposte alle mie domande sul futuro. Ma anche loro, come me, volevano trovare solo la via per vincere la morte.”

La cultura è ciò che ci permette di tenere insieme il passato e il futuro. Solo grazie alla memoria di ciò che siamo come individui e come umanità possiamo provare a disegnare scenari per nostri figli e nipoti. La poppa e la prua (per usare una metafora marina) del nostro vivere sono affamate di cultura, come le vele di vento, perché solo attraverso questa si può andare avanti.

Vi aspetto e vi invito a questa festa della Cultura dove cercheremo di ragionare sulle domande di sempre: chi siamo, perché siamo, dove andremo.

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