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Cantieri bloccati, ricostruzione lenta per la troppa burocrazia. “Le nostre piccole imprese di costruzioni sempre più in affanno e il territorio montano a rischio di desertificazione perché più tempo si passa lontano e più si perdono i legami con i luoghi e, cosa ancor più grave, la voglia di tornare e ricostruire case, famiglie e lavoro”. Così Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli, sintetizza la situazione post sisma nel nostro territorio.

E aggiunge: “Ci auguriamo che l’incertezza o un eventuale fase di transizione dopo gli ultimi eventi politici, abbia risposte rapide e determinate. Avvio cantieri e sostegno più concreto alle piccole imprese del territorio sono all’ordine del giorno dell’agenda Cna, sia a livello locale che nazionale. Avere per troppo tempo, dall’altra parte di questo o quel tavolo, interlocutori non presenti causa crisi di governo è quanto di peggio si possono aspettare coloro che lavorano e producono pil”.

Ricostruzione, il bilancio di Cna Ascoli

Secondo i dati in possesso dell’ente, a oggi sono state evase soltanto 1.200 pratiche per la ricostruzione rispetto alle 5.000 previste.

Nell’attesa di notizie positive e rassicuranti, la Cna Picena fa il bilancio di un anno di operatività della Cittadella delle attività di Pescara del Tronto. Realizzata con grande sforzo per ridurre al minimo soprattutto i tempi delle burocrazia.

La Cna Picena rileva con soddisfazione che, prendendo spunto proprio da questa azione, si siano coagulate azioni di imprenditori già presenti nel territori ma anche di giovani che vogliono fare impresa.

Da un evento tragico a un’opportunità per rimboccarsi le maniche e per fare di più e meglio di ciò che c’era prima. Meglio e di più per rendere appetibili e attrattive queste zone che vantando già un notevole patrimonio naturalistico e che hanno principalmente bisogno di ripopolarsi di vita e di attività proprie con persone e famiglie che lì vivono e lavorano.

Un territorio che ha priorità sentite dalle aziende ma anche in modo molto significativo dalle popolazioni. Artigianato e commercio non sono solo fondamenti dell’impresa italiana ma anche segno di vitalità e di una comunità che, malgrado le vicissitudini, torna alla vita normale.

“Combattere contro la desertificazione – conclude Balloni – è sì incentivare il turismo e le presenze ma soprattutto ricreare quelle condizioni per cui le persone in quei territori abbiano la voglia di tornare. Per fare impresa, lavoro, famiglia e occupazione”.

 

 

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