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Grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli dal valore di 50.000 euro, è stato acquistato un nuovo sistema per la biopsia mininvasiva della mammella da usare presso l’Ospedale Mazzoni, denominato Mammotome Revolve.

Il macchinario ha la funzione principale di effettuare biopsie di lesioni della mammella reperite in precedenza attraverso esami mammografici o ecografie permettendo di prelevare frustoli di tessuto da analizzare istologicamente.

Ospedale Mazzoni: arriva il Mammotome Revolve per le donne colpite dal tumore al seno

Nell’ambito della prevenzione e cura della salute e grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisap, Area Vasta e l’Associazione IOM di Ascoli, è stata accolta la richiesta dell’Unità Operativa di Radiologia per l’acquisto di un nuovo macchinario dal valore di 50.000 euro fondamentale per effettuare la biopsia mininvasiva della mammella destinato all’Ospedale Mazzoni.

“Da qualche tempo la Fondazione è sempre molto attenta ai problemi dell’Area Vasta; un periodo questa attenzione è stata raffreddata per poi tornare grazie alla nuova Presidenza stiamo cercando di operare nei migliori modi possibili. Questo nuovo sistema è rivolto alle donne e si tratta di una serie di controlli più approfonditi che non arrecano danni” ha spiegato il Direttore Cesare Milani.

Denominato Mammotome Revolve, il macchinario è dotato di una sonda assistita da un computer che è in grado di effettuare biopsie di lesioni della mammella reperite in precedenza grazie ad altri esami come quelli mammografici o ecografie. Tale prelievo rappresenta una modalità meno invasiva rispetto a quelle tradizionali. 

ospedale mazzoni

La nuova macchina presente all’Ospedale Mazzoni, Mammotome Revolve.

“Questo sistema rappresenta l’inizio di una nuova idea progettuale che ha portato la Fondazione ha collaborare toccando anche questi temi. Un periodo, non è più intervenuta per diversi problemi poi successivamente abbiamo pensato di ragionare e collaborare quando il Dott. Marinucci ha mostrato l’esigenza di un nuovo macchinario utile per la diagnosi precoce innescando un’idea di intervento per la sanità pubblica che rispecchi le regole non solo di diagnosi precoce ma anche di prevenzione andando incontro non solo all’Asur ma anche allo Iom e a tutta la comunità” ha affermato Angelo Davide Galeati, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli.

L’Area Vasta 5 ad esito della procedura ad evidenza pubblica conclusa con il provvedimento di aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi dell’art.95 del Codice dei Contratti Pubblici, ha perfezionato l’acquisto del macchinario.

Il sistema è operativo presso l’U.O.C. Radiologia nella sezione Senologia di Ascoli e può coprire esigenze di tutta l’AV5 permettendo diagnosi di II e III livello a vantaggio di una ottimizzazione di tutto il processo terapeutico sia oncologico che chirurgico e radioterapico anche in considerazione delle varie attività di screening e breast unit, destinate  sia alle donne asintomatiche che per i casi di evidenza clinica.  Inoltre la Fondazione Carisap sostiene anche l’attivazione di nuovi servizi sanitari a beneficio di tutta la comunità intensificando anche l’attività di prevenzione.

“A noi serviva questa attrezzatura perchè è importante tipizzare la lesione della mammella e poter stabilire la terapia e il percorso migliore da seguire. Inoltre, stiamo facendo una gara per l’acquisto di altre attrezzature utili per lo studio del linfonodo sentinella il cui uso sarà destinato sia all’ospedale di Ascoli che di San Benedetto”ha detto il Dott. Carlo Marinucci, Direttore del Dipartimento dei Servizi dell’Area Vasta 5.

Presente alla conferenza stampa anche la Dottoressa Michela Grazioli, Dirigente Medico U.O.C. Radiologia Clinica AVS secondo cui “questo macchinario porta avanti il nostro scopo che è quello di completare il percorso diagnostico delle pazienti senza mandarle in altri luoghi essendo una macchina che effettua biopsie sottoguida mammografica ed ha anche una procedura veloce così da ridurre anche i tempi”.

“In questo modo l’attività di screening è completa; una volta diagnosticata la neoplasia, si arriva alla diagnosi e la donna viene accolta in un percorso in cui viene accompagnata fino al giorno dell’intervento per questo confido in questa strada affinchè possa darci le risposte giuste per aiutare tante donne”ha detto la Dott. ssa Diana Sansoni.

Guardando i dati raccolti dallo IOM, dal 1 Gennaio al 31 Ottobre sono state 257 le pazienti prese in carico con un’età media di 58 anni, “anche i medici di famiglia hanno colto subito questa opportunità e nei mesi a seguire andrà avanti anche l’assistenza domiciliare e le attività gratuite di radiografie e screening perchè la prevenzione va fatta tutto l’anno” ha detto Ludovica Teodori, Presidente dell’Associazione IOM.

Infine, anche la Dottoressa Fiorella De Angelis, Presidente dell’Ordine dei Medici si dice “entusiasta sia come Presidente che come medico ma sopratutto come donna ed ex paziente che ha vissuto il percorso . Ho cercato di dare il mio contributo in quanto le attività di diagnosi e prevenzione sono importanti visto che il tumore colpisce 1 donna su 7“.

Le varie attività dell’ambulatorio senologico multidisciplinare

L’ambulatorio nasce nel 2015 da un’idea da parte dello IOM di Ascoli e grazie al contributo della Fondazione Carisap e della collaborazione dell’Area Vasta 5. Fin dall’inizio ha assicurato il personale di segreteria e la psicooncologa e nel 2018 l’ambulatorio afferisce alla Breast Unit, la cui istituzione è prevista dalla Conferenza Stato- Regioni, nelle varie Aree Vaste.

Se andiamo a vedere i vari dati, dal 1 Gennaio al 31 Ottobre sono state 257 le pazienti prese in carico dall’ambulatorio di cui 5 uomini e 26 straniere con un’età media di 58 anni ( la punta minima è stata di 16 anni mentre quella massima di 96). Il 18% è stato operato per K mammario ma nelle diagnosi di carcinoma vanno conteggiate anche le 17 donne che sono andate in neoadiuvante o ormonoterapia e l’età media di quelle operate è di 70 anni.

Inoltre, 176 sono state le pazienti sono arrivate in ambulatorio tramite il medico curante, 10 direttamente dallo screening e 71 su segnalazione del radiologo o dell’oncologo e la maggior parte provengono dalle Marche (234), dall’Abruzzo (20) e dal Lazio (3).

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