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Giorni della Merla, la leggenda che li riguarda ha origini molto antiche, e considera i tre giorni conclusivi di gennaio i più freddi dell’inverno, che del resto sono quelli a metà precisa della stagione invernale.

In generale, i giorni della merla sono considerati anche indicativi delle condizioni meteo del periodo a venire: la presenza del merlo, infatti, con il suo canto è segno dell’arrivo del bel tempo primaverile. Per questo – tradizione vuole – che la stagione primaverile arriverà in anticipo se i giorni della merla saranno freddi, tarderà ad arrivare se, come quest’anno, saranno caldi.

Sono diverse le tradizioni popolari che tramandano storie sull’origine del nome attribuito a questi giorni.

Giorni della Merla, le varie leggende

Originarie del Nord Italia sono molte delle versioni della storia: la più diffusa ha per protagonista dei merli veri e propri, un’altra due giovani innamorati, Tibaldo e Merla, un’altra ancora riguarderebbe un avvenimento storico.

Per quel che riguarda la prima versione della storia, una famiglia di uccellini giunse in una città – forse Milano – sul finire dell’estate. A quel tempo, i merli erano color bianco candido. Durante l’inverno, per ripararsi da un’abbondante nevicata, si rintanarono sotto una grondaia ma, a causa della penuria di cibo, decisero di uscire a cercarne. La mamma con i suoi cuccioli, a causa del freddo pungente, si riparò nella canna fumaria di un camino sporca di fuliggine. Da allora i merli nacquero neri e i giorni di gennaio in cui avvenne questo episodio furono chiamati giorni della merla.

Una variante, sempre legata alle vicissitudini di un volatile, narra della sfida che una merla avrebbe mosso al freddo inverno. I merli erano, all’epoca, completamente bianchi e il mese di gennaio, fiero emissario dell’inverno, durava 28 giorni. Questi continuava a coprire la terra di neve ogni volta che l’uccello usciva dal suo nido alla ricerca di cibo, così un anno, stanca di questa situazione, la merla raccolse una enorme quantità di cibo e se ne rimase rintanata, aspettando che il mese passasse. Gennaio, allora, decise di vendicarsi chiedendo in prestito tre giorni a febbraio, che ne aveva 31: così, quando la merla uscì dal nido, pensando che il fatidico periodo fosse passato, si ritrovò ancora a dover affrontare il suo nemico. Il volatile, allora, per tre giorni si rifugiò in un camino, riuscendo a salvarsi ma perdendo il candore delle sue penne a causa della fuliggine e del fumo.

Giorni della Merla, le altre versioni

Un’altra versione della storia ha come protagonisti Tibaldo e Merla, due giovani innamorati piemontesi desiderosi di sposarsi. Le famiglie osteggiavano questa unione: i due erano cugini. I ragazzi, tuttavia, riuscirono ad unirsi ottenendo il permesso dal vescovo locale, che però abitava oltre il Ticino, in quei giorni di pieno inverno completamente ghiacciato. Tibaldo e Merla cercarono di attraversarlo e si divertirono scherzando e pattinando, fino a quando la lastra di ghiaccio si ruppe, facendo precipitare la novella sposa nelle acque gelate. Allora, i giorni in cui accadde questo funesto avvenimento, vengono ricordati come giorni della Merla in memoria della giovane.

Altra variante tramandata è legata ad un avvenimento storico: un esercito doveva far passare un cannone chiamato Merla oltre il Po; l’esercito, per farlo, aspettò i giorni più freddi in cui il fiume era completamente ghiacciato; questi giorni furono proprio gli ultimi tre di gennaio.

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