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Oliva ascolana del Piceno Dop, grazie alla costante opera di tutela e valorizzazione dell’oliva da mensa ascolana tenera effettuato dal Consorzio Tutela e Valorizzazione Oliva Ascolana del Piceno Dop sta per nascere un nuovo progetto di filiera al fine di partecipare al bando del PSR (Piano Sviluppo Rurale) Marche destinato alle filiere agricole nelle aree del cratere sisma 2016 e consentire agli imprenditori di beneficiare di contributi europei che prevedono un finanziamento di cui il 60% è a fondo perduto. Il progetto è portato avanti insieme alle associazioni di imprenditori agricoli CIA, Coldiretti, Confagricoltura e Copagri.

“La produzione di olive da mensa (cioè in salamoia) in Italia negli ultimi decenni è stata sostanzialmente abbandonata, con inspiegabile rinuncia ad una eccellenza della nostra agricoltura. Eppure la domanda di olive da mensa di qualità è in continua crescita ed il mercato offre prevalentemente prodotto estero: questa situazione è insostenibile”, ha commentato Primo Valenti, Presidente del Consorzio di Tutela e Valorizzazione, spiegando le motivazioni dell’avvio del progetto di filiera.

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Oliva ascolana del Piceno Dop, il progetto di filiera

Il soggetto capofila della filiera, una società costituita ad hoc, chiamata Sviluppo Olive Ascolane Srl, sarà gestito da Augusto e Nazzareno Migliori. Alla filiera prenderanno parte quasi tutti gli iscritti al Consorzio (per le modalità del bando, quelli con sede fuori area cratere rimangono esclusi) e i benefit saranno erogati in base al fatturato di filiera. 

La prima azione è stata quella di chiarire le necessità e di focalizzarsi sugli investimenti più impellenti, ovvero quelli sulla materia prima: gli agricoltori hanno bisogno delle piante, quindi di impiantare nuovi uliveti. A fronte di ciò, le Organizzazioni degli imprenditori agricoli hanno ottenuto dalla Regione Marche la proroga del termine per il deposito dei progetti al 19 marzo.

“Abbiamo sollecitato le nostre imprese ad aderire alla filiera, in quanto il prezzo è adeguato e remunerativo e sono previsti piani specifici di piantumazione di nuovi uliveti che possano avviare attività di investimento, favorendo anche il settore primario”, ha spiegato Tommaso Ciriaci di Confragricoltura.

Oliva ascolana del Piceno Dop, l’appello agli agricoltori

L’ascolana tenera rappresenta la punta di diamante delle olive da mensa italiane ed è certificabile come DOP, fatto che consente agli olivicoltori una remunerazione elevata.  “Si calcola che per gestire un impianto ci sia un costo di 7 mila euro ad ettaro, per cui la cifra sommaria che sarà destinati ai nuovi impianti prevediamo sia di circa 200 mila euro, per circa 30 ettari, finanziata al 60%. Qui giocherà un ruolo importante il contratto di filiera: più la partecipazione sarà ampia, più i fondi aumenteranno”, ha spiegato Augusto Migliori.

L’impegno richiesto all’olivicoltore nell’aderire al patto di filiera è la garanzia dell’alta qualità dei raccolti; in cambio, tale contratto garantisce agli agricoltori la certezza di acquisto del prodotto e il rispetto del prezzo minimo pattuito per 10 anni, oltre alla copertura dei costi di certificazione per il sistema di controllo DOP e a finanziamenti per la realizzazione di nuovi impianti olivicoli.

“Nel nostro territorio ci sono tanti ettari di tenera ascolana fuori produzione. Sarebbe bene riprenderne la gestione e riconvertirli, per dare opportunità a giovani di lavorare nel territorio, grazie alle sue eccellenze”, ha proseguito Valenti, lanciando un appello: “chi già possiede oliveti della varietà ascolana tenera o chi voglia impiantarne di nuovi è invitato a contattare le proprie organizzazioni di riferimento o il Consorzio al numero 333/76570800 al più presto”:

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