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Italia-Germania 4-3: la celebre “Partita del Secolo”, che si giocò durante i Mondiali di Calcio 1970, festeggia 50 anni di anniversario. Mezzo secolo fa, il 17 giugno 1970, allo stadio “Azteca” di Città del Messico, si disputò la semifinale dei Campionati Mondiali di Calcio. Quel giorno di fine primavera del 1970, si sfidarono due formazioni ben attrezzate: l’Italia era reduce dalla storica vittoria dei Campionati Europei, nel 1968.

Italia-Germania 4-3: 50 anni fa si giocò la celebre “Partita del Secolo”

L’epica partita Italia-Germania Ovest 4-3, di inizio Anni ’70, andò in onda, quando in Italia era notte fonda, in Mondovisione. La partita Italia-Germania 4-3 è, poi, diventata l’emblema della “partita perfetta”; tuttavia, il match si vivacizzò solo nei tempi supplementari. 

La partita era stata, per 90 minuti, una gara abbastanza soporifera: i potenti tedeschi, guidati da Beckenbauer, cercavano di opporsi al modello “catenaccio e contropiede” italiano. Gli Azzurri, allenati da Ferruccio Valcareggi, erano in vantaggio per 1-0, in virtù di un gol segnato da Roberto Boninsegna “Bonimba” nel Primo tempo. Il pareggio tedesco arrivò nel recupero del Secondo tempo, grazie al semi-sconosciuto Schnellinger, che giocava nel Milan e non aveva mai segnato un gol: si ritrovò sotto porta, solo perché voleva arrivare prima nello spogliatoio ed evitare i fischi dei suoi tifosi italiani. 

Da quel momento, nei supplementari, la “giostra” dei gol: 2-1 per i tedeschi con Gerd Muller, 2-2 firmato dalla “Roccia” interista Tarcisio Burgnich, uno dei difensori più forti di sempre (il quale, a 31 anni, era tra i veterani della spedizione azzurra). E poi 3-2 di Gigi Riva (il “Rombo di Tuono” del Cagliari), 3-3 ancora di Muller con errore difensivo del “Golden Boy” Gianni Rivera. Quest’ultimo, però, stimolato dagli insulti del portiere Enrico Albertosi, andò a riparare in pochi secondi con un gol da cineteca: su cross dalla sinistra dell’ispirato Boninsegna, si inserì Rivera con un colpo millimetrico di piatto destro, che spiazzò un frastornato portiere Maier.

L’Italia visse quei supplementari incollata alla Tv. Una notte di italica follia, con gente incolonnata nelle strade, tante bandiere che spuntavano dal tettuccio delle FIAT 500 e alcuni tifosi a fare il bagno dentro la Fontana di Trevi.

Gigi Riva, nei suoi anni vissuti da dirigente della Nazionale, raccontò all’agenzia ANSA: ”Noi tutti, dopo che l’arbitro fischiò la fine, avemmo la percezione di quello che era successo, dell’importanza della nostra impresa. Eravamo stravolti dalla stanchezza, ma dall’Italia arrivavano notizie di incredibili festeggiamenti in ogni dove. La chiave del successo? La capacità di non mollare mai, anche quando tutto sembrava non andare per il verso giusto. E’ stato questo il nostro punto di forza”.

L’impresa fu firmata da Albertosi, Burgnich, Facchetti, Boninsegna, Mazzola, Riva, Rivera, Domenghini, De Sisti e molti altri campioni Azzurri. All’epoca, il calcio era più ragionato e romantico, poco orientato al business e molto dedito a trasmettere emozioni e passioni. Un calcio diverso, da quello di oggi; ma anche un esempio di calcio che è necessario riscoprire.

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