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Arquata del Tronto: ieri, mercoledì 21 ottobre, è stato firmato il contratto per la realizzazione del Piano di Ricostruzione di Arquata del Tronto, tra il Comune e il raggruppamento guidato da Mate Engineering e composto da Stefano Boeri Architetti, Proge77, Nhazca e Dream Italia.

Il gruppo di progetto è stato individuato dalla Regione Marche in qualità di assegnatario delle attività di progettazione della Pianificazione Attuativa di Ricostruzione ad Arquata del Tronto del centro storico e dei nuclei urbani colpiti dagli eventi sismici verificatisi il 24 agosto 2016. 

Il Sindaco di Arquata del Tronto Aleandro Petrucci commenta: “Oggi per noi è un nuovo inizio, finalmente si comincia a parlare seriamente di ricostruzione. Nel nostro territorio abbiamo ben 7 frazioni perimetrate, la redazione dei Piani Urbanistici attuativi è essenziale per poter tornare a guardare al futuro. Fondamentale in questa fase sarà la collaborazione e la partecipazione tra il Comune, la Mate Engineering e la popolazione. Auguriamo buon lavoro a tutti i professionisti che siamo certi impareranno a conoscere e ad amare questi nostri territori che seppur completamente distrutti riescono ancora a meravigliare per la loro straordinaria bellezza”.

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Piano di Ricostruzione di Arquata: cosa prevede

Tra i temi cardine per la Ricostruzione, inseriti nel Piano, sono presenti la sicurezza del territorio, prioritaria per restituire alla popolazione serenità e vivibilità nel cuore dei luoghi abitati, ricchi di memoria, la tutela del patrimonio storico, all’interno del quale prende grande importanza la Rocca – non danneggiata dal sisma – che diviene il simbolo della rinascita di Arquata e del territorio circostante e l’utilizzo di materiali e metodi costruttivi innovativi e antisismici, nella tutela della tradizione, dell’immagine e della memoria dei luoghi.

In un’ottica di sostenibilità economica ed ambientale, il Piano introduce incentivi per soluzioni di efficientamento energetico e strutturale degli edifici di nuova costruzione e da ristrutturare, grazie ad una particolare attenzione al risparmio energetico, all’utilizzo di legnami da gestione sostenibile, alla riduzione dell’effetto isola di calore e aumento della permeabilità del suolo, alle misure di risparmio idrico e all’utilizzo di materiali riciclati e riciclabili, tra cui le macerie esistenti.

“Non si tratta di un comune esercizio tecnico di Ricostruzione, bensì di un progetto che accoglie la complessità del territorio in cui si inserisce. È un’occasione per l’intero team di progetto di ampliare il proprio sguardo in direzione delle ricadute sociali e di pensare al futuro di questa realtà unica”, afferma Raffaele Gerometta, presidente di MATE.

Ricostruzione: ritorno alla gestione attiva delle risorse locali

Un ulteriore tema di rilievo per il Piano di Ricostruzione consta nell’analisi delle condizioni ambientali locali: l’obiettivo centrale, infatti, è quello di assumere la complessità dei rischi naturali e antropici come occasione ineludibile per un ripensamento in chiave di resilienza della comunità e del territorio. Un approccio integrato richiede di valutare le interazioni e le possibili amplificazioni fra il rischio sismico e quello idrogeologico, in relazione con la vulnerabilità del patrimonio edilizio e di quello infrastrutturale.

“L’obiettivo del Piano di Ricostruzione è quello di stimolare un ritorno alla gestione attiva delle risorse locali, in un paesaggio oggi connotato dall’abbandono sia delle attività agricole che di quelle della silvicoltura. Senza il protagonismo delle comunità locali, senza un progetto per ricostruire le condizioni per il lavoro, la scuola, la cultura, non può esserci infatti ricostruzione. Il nostro sarà un contributo per indagare le tendenze evolutive dei modelli colturali agricoli anche in relazione agli effetti del cambiamento climatico e alla moderna economia, tra valorizzazione ambientale e del patrimonio edilizio”,  afferma Stefano Boeri.

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