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Marche, la produzione olearia per il 2020 è stimata in 35 mila quintali di olio extravergine, con un incremento del 30% rispetto alla campagna dell’anno precedente, quando ci si era fermati a 24 mila quintali. Un comparto, quello dell’olio marchigiano, di grande pregio, fortemente apprezzato anche all’estero, con un export annuo superiore ai 2 milioni di euro, soprattutto negli Usa, Giappone e Germania.

La reputazione dell’olio Marche è antichissima e si è mantenuta fino ai giorni nostri: troviamo ad esempio menzione dell’olio Marche e della sua qualità nel periodo delle Signorie. Nel 1228, invece, le navi marchigiane che approdavano sulla riva del Po a Ferrara dovevano pagare un pedaggio, il ripatico, consistente in 25 libbre di olio al quale veniva conferito un valore superiore a quello di altre aree produttive.

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Marche, la nascita del Consorzio

 La nostra regione conta più di 13 mila olivicoltori e 175 frantoi che hanno già aperto i battenti in un clima di discreto ottimismo per l’alta qualità che contraddistinguerà questa annata produttiva.

“L’ulteriore passo in avanti nel lungo percorso che ha portato l’olio marchigiano ad avere la sua denominazione di origine lo ha fatto il Consorzio Marche Extravergine che si è trasformato in vero e proprio consorzio di tutela, il Consorzio Olio Marche Igp“, ha affermato Francesca Petrini portavoce nazionale Cna Agroalimentare e titolare dell’azienda olearia Fattoria Petrini. Il Consorzio, infatti, ha aggiunto al compito di valorizzazione dell’olio Made in Marche anche quello della vigilanza per la salvaguardia della denominazione in collaborazione con l’Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e Repressione Frodi dei Prodotti Agroalimentari, garantendo maggiore tutela per la protezione dell’olio Marche Igp dai rischi di plagio e concorrenza sleale. Ora si dovrà concludere l’iter amministrativo, per il riconoscimento del Consorzio da parte del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.

Il programma di sviluppo per l’olio marchigiano

Gaetano Agostini, dell’omonimo oleificio Agostini, Presidente del neonato Consorzio Olio Marche IGP ha dichiarato la piena soddisfazione per la costituzione del Consorzio che si propone di “promuovere più efficacemente la cultura e il consumo dell’olio marchigiano con iniziative e programmi di sviluppo da mettere a punto con enti e associazioni nonché con la Regione Marche”Il nuovo consiglio di amministrazione è rappresentato dalle categorie olivicoltori (66%), molitori (17%) e imbottigliatori (17%).  Ne fanno parte Maria Beatrice Fenucci, Francesca Petrini, Lorenzo Mosci, Danilo Catucci, Fausto Malvolti, Valter Cestini e Gaetano Agostini. In base all’attuale disciplinare di produzione, le varietà di olive che concorrono all’Indicazione Geografica Protetta Marche, da sole o congiuntamente, sono Ascolana Tenera, Carboncella, Coroncina, Mignola, Orbetana, Piantone di Falerone, Piantone di Mogliano, Raggia/Raggiola, Rosciola dei Colli Esini, Sargano di Fermo, oltre a Frantoio e Leccino per un minimo dell’85%. Sono ammesse altre varietà fino a un massimo del 15%.

“In attesa dell’implementazione del Piano olivicolo nazionale, più volte annunciata ma mai realmente applicata il ruolo dei consorzi di tutela come il nostro, si traduce nel vantaggio di poter delineare un percorso e un modello di produzione trasparente ed affidabile intorno al valore territorio, capace di offrire opportunità all’interno del sistema sociale ed economico regionale”, ha dichiarato Agostini.

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