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Coronavirus Marche, il presidente della Regione Francesco Acquaroli annuncia sui social che da domenica 17 gennaio scatterà la zona arancione per le Marche.
“Mi dispiace dovervi comunicare che da domenica saremo in zona arancione e lo resteremo per almeno due settimane. Temo che anche la terza sia da mettere in preventivo ma attendiamo l’evolversi delle cose.

La situazione è praticamente simile alla scorsa settimana, anzi i rilevamenti della settimana in corso sono in miglioramento, ma così è stabilito nel nuovo Dpcm. Va bene essere prudenti, per questo anche noi avevamo deciso di rinviare l’apertura delle scuole superiori in presenza, infatti già la zona gialla prevede diverse restrizioni.

Tornare in zona arancione, con un RT ormai stabilmente sotto a 1 da un mese e mezzo, mi sembra un provvedimento eccessivo più che una scelta precauzionale. Sono amareggiato e dispiaciuto e continuerò a fare di tutto affinché il Governo comprenda le nostre richieste e modifichi il Dpcm, ma le norme vanno sempre rispettate anche quando non condivise e questo è l’invito che rivolgo a tutti voi.

Coronavirus Marche, l’ira di Acquaroli e il caos sui nuovi provvedimenti

Inserire anche la valutazione del rischio significa tener conto dello stato di occupazione delle terapie intensive, delle strutture ospedaliere, alla stima dei focolai e altri fattori.

“Quindi non è bastato abbassare le soglie RT per l’assegnazione delle fasce, ma hanno ritenuto di andare anche oltre. Questi continui e repentini cambi dei metodi di valutazione creano disorientamento”.

Di fatto, se anche le Marche domani avranno l’indice RT sotto ad 1, rischiano seriamente di finire in fascia arancione.

“Queste osservazioni le ho poste stamattina nell’incontro con le Regioni e i Ministri competenti, e ho chiesto ancora una volta un confronto su scelte così impattanti per tutti noi. Anche perché, alla luce del voto favorevole in Parlamento avvenuto ieri dopo l’informativa del Ministro Speranza, potremo essere vincolati a queste restrizioni per lunghe settimane. Questo deve essere fin da subito chiaro a tutti.

Oltre a questa preoccupazione, c’è anche la consapevolezza dell’esasperazione e della difficoltà di tenuta del sistema socio-economico, già sottoposto ad una pressione prolungata. La salute e la sicurezza sono imprescindibili ma esse sono anche legate alle esigenze concrete della quotidianità. Spero che il Governo tenga conto di quanto richiesto, ora restiamo in attesa delle decisioni definitive”.

Regione e Laboratori, i termini dell’accordo

A seguito dell’accordo, i laboratori che eseguono i tamponi su mandato dei Dipartimenti di Prevenzione ASUR nell’ambito del percorso guariti sono tenuti ad eseguire il tampone molecolare. Inoltre, i laboratori che supportano i Dipartimenti di Prevenzione ASUR nell’attività di tracciamento dei contatti sulla base degli elenchi dei contatti stretti predisposti dai Dipartimenti stessi sono tenuti ad eseguire il tampone antigenico rapido e, qualora l’esito sia positivo, dovranno eseguire il tampone molecolare per conferma. La stessa procedura vale per i tamponi eseguiti  nei drive throught.

Per i laboratori ai quali accedono pazienti con ricetta SSN o con ricetta bianca sono previste prassi differenti. Nel caso in cui la prescrizione riguardi un test sierologico, qualora risulti una positività per IgG più IgM o IgM isolate, si deve procedere all’esecuzione del test antigenico rapido e qualora anch’esso risulti positivo deve essere eseguito il tampone molecolare. Per il test antigenico rapido qualora questo risulti positivo si deve procedere all’esecuzione del tampone molecolare. Se viene, infine, prescritto un test molecolare si deve procedere all’esecuzione del tampone molecolare.

Tutti i referti dei test eseguiti (sierologico, antigenico, molecolare) vanno immediatamente conferiti al sistema tramite LIS sia nei casi positivi che nei casi negativi. La prima delle prestazioni eseguite, ovvero la prestazione richiesta nella ricetta bianca, è a totale carico del cittadino richiedente, mentre le eventuali successive prestazioni sono a carico del Sistema Sanitario Regionale e vanno rendicontate nel flusso della Specialistica Ambulatoriale. 

La Regione ha chiesto che in caso di esito positivo del tampone molecolare, venga riportata nel referto la seguente dizione: “Il suo referto è POSITIVO, pertanto da oggi lei ha l’obbligo dell’isolamento domiciliare. Sarà contattato/a appena possibile dal Dipartimento di Prevenzione dell’ASUR. Le chiediamo di predisporre l’elenco delle persone con cui ha avuto contatti a rischio nei due giorni precedenti l’inizio dei sintomi (o dalla data di effettuazione del tampone se non ha avuto alcun sintomo) con particolare attenzione ad anziani e soggetti con malattie croniche e segnalare eventuali collettività che ha frequentato (scuole, luoghi di lavoro, strutture sanitarie, ristorazione/svago). Per maggiori informazioni si invita ad accedere alla sezione COVID-19 INFORMAZIONI PER I CITTADINI del sito www.asur.marche.it”.

Strutture socio-sanitarie private, le richieste alla Regione

Si è svolto anche un incontro con i rappresentanti degli enti gestori delle strutture sanitarie, socio-sanitarie e sociali marchigiane come RSA, centri per disabili, strutture per minori, case alloggio etc. a cui ha partecipato l’assessore alla Sanità Saltamartini, il direttore generale dell’Asur Marche Nadia Storti e la dirigente regionale del Servizio Sanità Lucia Di Furia

In apertura di riunione le richieste delle strutture sono state introdotte da Mario Vichi, referente dei gestori delle Strutture per Anziani che raccoglie circa 10 mila utenti e circa 7 mila operatori. Vichi, dopo aver premesso che la situazione nelle strutture non è drammatica come nella primavera scorsa, ha riassunto tre priorità su si chiede l’intervento della Regione: una definizione di linee uniformi per effettuare tamponi e screening per gli operatori che siano a carico del Servizio Sanitario regionale. Altra richiesta, il rinnovo dei ristori fino a fine emergenza a fronte di maggiori costi e minori entrate. Infine, la terza priorità riguarda la carenza di personale principalmente infermieristico dal momento che si sta verificando un fenomeno di esodo dalle strutture verso gli ospedali che garantiscono una migliore retribuzione (fino al 40% in più rispetto al privato sociale). Vichi ha quindi sottolineato il grave rischio di rimanere senza OSS e senza infermieri.

RSA: le risposte di Saltamarini

Per queste istanze l’assessore Saltamartini ha ribadito “la forte attenzione e sensibilità della Regione Marche sui problemi delle strutture socio–sanitarie. Vogliamo rivedere l’organizzazione di tutte le strutture per garantire un servizio pubblico omogeneo che consideriamo indispensabile per un welfare di qualità come abbiamo in programma, nell’ottica della massima tutela delle fasce deboli”. Sul problema della copertura dei costi l’assessore ha assicurato la massima disponibilità a trovare le risorse per ristorare le spese sostenute in anticipo dalle strutture. Lucia Di Furia ha precisato che attualmente non sussiste un problema di rimborso per i Dispositivi di sicurezza (DPI) e che gli stessi sono stati già più volte distribuiti alle strutture sia nel primo periodo dell’emergenza continuando con la medesima procedura anche durante la seconda fase pandemica. Sui tamponi e i test interverrà la Regione attraverso l’ASUR come azione di sanità pubblica per rendere il sistema omogeneo su tutte le Aree Vaste. Per quanto riguarda la carenza di personale infermieristico la dirigente ha informato che si stanno concludendo i corsi di formazione per infermieri da cui ne usciranno in numero notevole con la possibilità nel più breve tempo possibile di assunzioni anche nelle strutture socio-sanitarie.

La riunione si è conclusa con l’accordo a formare immediatamente dei tavolo di lavoro tematici, costituiti da rappresentanti degli Enti Gestori, Asur, Servizio Sanità e Servizio Politiche Sociali di Regione Marche, finalizzati alla rapida, concreta e condivisa soluzione delle principali criticità esposte. 

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