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Il Confartigianato Ascoli di fronte alla campagna #ioapro da parte del settore della ristorazione, esprime la sua preoccupazione per queste proteste.

“Pur comprendendo i malesseri della categoria, legati non solo alle restrizioni ma anche ad un approccio approssimativo, contraddittorio e quindi incomprensibile non solo per gli operatori ma anche per i clienti, non possiamo che esprimere la nostra contrarietà a fenomeni che seguono metodologie illegali”  ha affermato il Segretario Generale Giorgio Menichelli.

Confartigianato Ascoli, le preoccupazioni per i bar e i ristoranti 

L’iniziativa della campagna #ioapro è partita nei giorni scorsi in tutta Italia.

Anche nel Piceno, numerosi ristoratori, andando contro le regole imposte dal Governo specialmente la norma che prevede il divieto dell’asporto dopo le 18, hanno deciso di lanciare questa campagna con l’intenzione quindi di aprire il proprio locale a cena. Una vera e propria protesta volta a dimostrare che pur restando aperti, si possono rispettare le regole di prevenzione al covid .

La Confartigianato Imprese di Ascoli, Macerata e Fermo apprendendo questa notizia, si è così espressa:

Speriamo  che tale manifestazione si esaurirà come provocazione, e ci auguriamo che la volontà di rispettare le leggi prevalga sull’intenzione di tenere aperto a tutti i costi.
Pur comprendendo i malesseri della categoria, legati non solo alle restrizioni ma anche ad un approccio approssimativo, contraddittorio e quindi incomprensibile non solo per gli operatori ma anche per i clienti, non possiamo che esprimere la nostra contrarietà a fenomeni che seguono metodologie illegali.

Questo fare getta ombre nel settore del commercio, perché crea le basi per un contrato tra operatori economici, tra chi rispetta le norme e chi no. Ma aperture “di pancia” si  contrappongono anche al bene dei clienti, perché vengono messi a rischio di sanzioni salate, oltre dal rischio di contagio. Il non rispettare i decreti, per quanto possano sembrare ingiusti, è un messaggio che contrasta con la professionalità del settore. Il rischio è anche quello di far saltare un sistema e far aumentare i contrasti sociali in un momento storico in cui, per quanto difficile, serve coesione e collaborazione. La nostra Associazione garantirà il massimo impegno per farsi portavoce delle istanze di tutte le imprese colpite” ha detto il Segretario Generale, Giorgio Menichelli.

Le difficoltà del settore della ristorazione

L’Associazione è comprensibile di fronte alle difficoltà e ai problemi di questa categoria di lavoratori. “Occorre essere realisti perché le preoccupazioni dei ristoratori sono reali e devono
essere prese in considerazione. Non rispettare tali istanze è controproducente, perché porta poi ad azioni esasperate e pericolose.E il rischio di passare alla zona arancione, agita ulteriormente gli operatori e l’Associazione. 

I regimi e le restrizioni che cambiano di settimana in settimana, costringono i cittadini a non consumare e questo comportamento prudenziale impatta su altri settori che, seppur potendo
rimanere aperti, subiscono crolli di fatturato. 

Ci aspettiamo uno sforzo ancora maggiore per venire incontro alle esigenze reali di migliaia di famiglie ed imprese. Scelte chiare e rapide, perché l’economia rischia di morire. Confartigianato  vede con preoccupazione, ad esempio, la possibilità di una stretta all’asporto dopo le 18, una decisione che andrebbe solamente contro la ristorazione. Pur nella gravità della situazione, non è possibile penalizzare in questo modo le attività. Un danno frutto di una mancanza di ascolto”.

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