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Ascoli Nostra, associazione attiva sul territorio da oltre 27 anni, ha fra i suoi scopi anche quello di evidenziare quanto non funziona in città, da un lato sollecitando chi di dovere a dare le risposte più adeguate ai problemi segnalati, dall’altro proponendo eventuali soluzioni e progetti.

Questa sua funzione, già rilevante negli anni passati, diventa oggi addirittura strategica nel percorso avviato con la candidatura di Ascoli a Capitale della Cultura per l’anno 2024. Perchè cultura è anche occuparsi della propria città curandone il decoro e salvaguardandone la bellezza. E perchè una città sciatta, trascurata e maltenuta non ha molte possibilità di ottenere il prestigioso riconoscimento.

Partiamo dall’inizio.

Cos’è “Ascoli Nostra”

Ascoli Nostra è una associazione costituita nel 1994 da 21 soci fondatori, “è un progetto dinamico – spiegano – l’evoluzione di uno studio volto esclusivamente all’interesse di Ascoli, del suo territorio, della sua gente e alla difesa del patrimonio artistico, delle tradizioni, della cultura e della storia. I soci sono accomunati dall’amore per la città in cui vivono. Lo scopo primario è quello di cercare di cambiare un modo di pensare, diffuso tra i cittadini, che spesso porta a far sì che gli ascolani vengano poi definiti rinunciatari, arrendevoli, agnostici e fatalisti.”

Le battaglie portate avanti sono tante, così tante che è di fatto impossibile citarle tutte. Ne ricordiamo una, combattuta per anni con determinazione, fantasia e ironia: quella per il recupero del complesso Di Sabatino, la Beirut ascolana.

Lu Scorfena d’Ore

Come già fatto in passato, quest’anno Ascoli Nostra sta segnalando le situazioni di degrado, di incuria, di fatiscenza e di danneggiamento affinchè vi si ponga rimedio. Tutte brutture che non fanno onore a una città come Ascoli e che potrebbero pregiudicare il riconoscimento di Capitale della Cultura 2024. Tutti scorfani in gara a contendersi uno dei premi più ambiti:  “Lu Scorfena d’Ore”.

Ed eccoli qui i primi Scorfani segnalati, ciascuno corredato da una nota descrittiva dell’Associazione. Altri ne seguiranno di venerdì in venerdì.

Puntellamento di via Manilia

Scorfano numero 1: puntellamento di via Manilia, un reperto che fa bella mostra di sè dal terremoto del 1972. “Poichè è lì da 50 anni – il commento – dobbiamo sperare che non abbia acquisito un valore storico e che non sia necessaria l’autorizzazione della Soprintendenza per poterlo rimuovere”

Torre del Cucco

Scorfano numero 2: la quattrocentesca Torre del Cucco, malridotta e a quanto pare sempre aperta al pubblico, senza bisogno di green pass. “Sarà una fedele rievocazione – si chiede Ascoli Nostradello stato in cui  riducevano le torri e le fortificazioni i nemici che attaccavano la nostra città?”

Portone Sigismundus

Scorfano numero 3:  il cinquecentesco portone Sigismundus in via Bonaccorsi. La porta lignea a due battenti, che secondo Emidio Vittori potrebbe essere opera dello stesso ebanista che realizzò il portone della Cattedrale, ha un grande valore storico e artistico. “Nella fascia superiore – il commento – presenta resti di figure sacre intarsiate: una Annunciazione, uno stemma e un Sant’ Emidio oltre alla scritta ”SIGISMUNDUS”. 

Sono decenni che si chiede invano che venga restaurata e il tempo inesorabilmente la sta logorando. Gli intarsi hanno perso gli inserti e la parte inferiore è completamente fradicia. Ormai è al limite di recupero: una testimonianza di disprezzo del nostro patrimonio storico!”

Una delle tante bacheche informative bruciate dal sole

Scorfano numero 4: “le bacheche informative disposte nei pressi dei monumenti cittadini – evidenzia Ascoli Nostra versano in condizioni pietose da troppo tempo. I testi descrittivi e le immagini sono illegibili  perche’ bruciati dal sole, i vandali si sono accaniti con gli spray e adesso vengono usate anche per affiggere locandine abusive. Le bacheche furono donate dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno e l’Amministrazione comunale si fece carico della manutenzione: impegno disatteso, sembrerebbe. Un altro esempio di grave incuria per il decoro urbano.”

La fontana “de lu Pezzitte” decapitata

Scorfano numero 5: la fontana che attualmente si trova in Piazza San Tommaso fu restaurata proprio da Ascoli Nostra nel 2006 nell’ambito di un progetto di recupero di 10 fontane storiche cittadine, progetto finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno. La fontana in questione era stata rimossa da via del Pozzetto e, col tempo, se ne erano perse le tracce. Nel corso delle attività di censimento delle fontane del 2002, Ascoli Nostra la rinvenne, smontata e con alcuni pezzi mancanti, in un deposito. “Alcuni mesi fa il capitello sommitale fu buttato a terra da una coppia di vandali notturni ricorda l’Associazione – e nonostante il clamore che il fatto suscitò nessuno intervenne per la sua ricollocazione. Ora il capitello, lasciato incostudito a terra, è sparito. Un altro pezzo della nostra città è andato perso. La fontana adesso è lì, mozzata, come monumento alla imbecillità dei vandali ed all’ignavia della nostra Amministazione Comunale.”

Il passaggio verso il Ponte di Cecco dalle Caldaie chiuso

Scorfano numero 6: “che fine ha fatto – chiede Ascoli Nostra il contenzioso tra Comune e privati sul passaggio in via Ponte di Cecco che permetterebbe la totale fruizione di un percorso altamente suggestivo attraverso il leggendario ponte di età romana (ricostruito poi negli anni ’50)? Sembrerebbe che il TAR abbia dato ragione al Comune ma tuttora una recinzione impedisce il passaggio verso la zona delle Caldaie. Tutto tace! Qualcuno sta seguendo la faccenda? È passato tutto nel dimendicatoio? Possibile che a nessuno stia a cuore lo sviluppo turistico di Ascoli?”

Tettoie nelle Rue

Scorfano numero 7: ” ormai – scrive l’Associazione – non si contano più: tettoie di vario genere spuntano impunemente ovunque nelle tipiche rue medievali di Ascoli. Rue tanto decantate dalle guide turistiche. In alcuni casi sono tettoie indiscutibilmente antiestetiche e spesso aggettano su quasi tutta la larghezza della rua, spezzando la visuale dello scorcio oltre a compromettere la percorribilità.”

Facciata in Corso Mazzini, davanti l’abside di San Francesco

Scorfano numero 8: “più volte segnalato da Ascoli Nostra – si legge – questo edificio in corso Mazzini, adiacente a Piazza del Popolo, seguita a fare mostra di sè in tutta la sua fatiscenza. Quasi una sfida al decoro urbano. In casi simili, visto che i proprietari non intervengono, dovrebbe essere imposto dall’Amministrazione comunale il restauro della facciata, considerando soprattutto il pericolo evidente del copioso distacco dell’intonaco. In antitesi con la presentazione della collezione Cavallini Sgarbi “La ricerca della Bellezza” la parete potrebbe essere intitolata “La ricerca della Bruttezza”.

Aiuola addossata alla chiesa monumentale di San Pietro martire

Scorfano numero 9:L’aiuola – commenta Ascoli Nostra – costituiva un gradevole angolo nella piazza appena restaurata. Piantine ornamentali e finissima ghiaia ne erano gli elementi caratterizzanti. In un cartello con l’effige di un cane si legge: ‘io non posso entrare’, peccato che il progettista non abbia tenuto conto del fatto che i cani non sanno leggere, per cui da subito la ghiaia è stata scagliata fuori, sul marciapiede, dalle loro zampe. Adesso l’aiuola è un desolato spazio di terra polverosa con piantine rinsecchite, centinaia di cicche, tubi scoperti, rifiuti vari, qualche escremento di cane e brecciolino sparpagliato ovunque. Purtroppo non si apprezza più il lavoro fatto e si rimpiangono le storiche selci, “li cote”, che hanno sempre fortemente caratterizzato Ascoli che, senza penalizzare le piante, renderebbero il tutto meno problematico e più bello. Come si dice in Ascoli, lu Comune è teppate!”

 

 
 
 
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