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Macerata – Ultima seduta di Consiglio provinciale per il Presidente Antonio Pettinari, un incontro all’insegna della commozione e della gratitudine espressa dai consiglieri.

Le parole del Presidente della Provincia di Macerata

“Quando, nel 1985, sono entrato in quest’aula consiliare – ha ricordato Pettinari –  provai sentimenti straordinari. Grande emozione da una parte e senso di responsabilità dall’altra, perché rappresentavo chi mi aveva votato. Certo che oggi è completamente diverso, per colpa della riforma. E’ davvero inaccettabile che i cittadini non possano più votare direttamente il presidente e i consiglieri provinciali. Ho iniziato la mia attività amministrativa seguendo chi era più esperto di me, per apprendere al meglio, capire e crescere.

Ecco, l’augurio che faccio a chi si candiderà alle prossime elezioni è che provi quelle stesse emozioni.

Ho potuto portare a termine numerosi progetti e sono dispiaciuto di non riuscire a concludere i tanti programmi che si stanno concretizzando sul nostro territorio. Se guardo al lavoro svolto, ci sono 14 anni di minoranza fatti con attenzione, umiltà e intelligenza, partecipando a quasi tutti i consigli provinciali in modo attivo, confrontandosi sempre per il bene della comunità. 

Poi ho ricevuto incarichi importanti. A partire dall’assessorato ai lavori pubblici nel 1990.

Quindi sono stato vicepresidente e poi, per 10 anni, presidente. In questo arco di tempo è accaduto di tutto. Dalla stagione riformista caratterizzata dalla legge 142/90 alla 81/93 sull’elezione diretta del sindaco, del presidente della provincia e relativi consigli. Dal Testo Unico degli enti locali del Duemila alle pseudo riforme: come quella proposta da Monti per l’accorpamento delle province. Fino ad arrivare a quella pessima di Delrio. Abbiamo attraversato la complicata fase con il patto della stabilità, in cui avevamo soldi in cassa ma non potevamo spenderli. Poi due terremoti, il primo nel 1997 e quello del 2016. Ora la pandemia.

Nel 2010 c’è stato pure l’annullamento delle elezioni che avevamo vinto.

Che cosa mi è rimasto? Aver risolto numerose questioni. Penso allo Sferisterio, alle scuole, alle strade e alla grande viabilità. Tutto quello che si è realizzato e che si realizzerà  nei prossimi anni per le infrastrutture è frutto di un lavoro costante svolto negli anni, con condivisione e unione di intenti. E poi la sorprendente generosità della nostra comunità che va esaltata, in ogni settore. Successi fondati su tre pilastri principali: la programmazione che è il metodo di governo. La disponibilità del personale della struttura provinciale. E poi il sostegno del Consiglio provinciale, come testimoniato dal fatto che in cinque anni non è stato espresso un voto contrario. Unico rammarico è quello relativo ai rifiuti, in cui il risultato non è ancora arrivato, nonostante tutto l’impegno profuso”.

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