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Dal 9 gennaio 2022 non verranno più trasmesse le edizioni notturne dei TG regionali: le sedi regionali, infatti, verranno chiuse alle 20.00. Ciò vuol dire che il servizio pubblico per 11 ore non avrà (e non darà) copertura territoriale all’informazione. Questa scelta della RAI, scelta che depotenzia le testate regionali, sta facendo molto discutere. Avevamo già pubblicato il duro comunicato dell‘Usigrai (sindacato dei giornalisti RAI), oggi riportiamo la nota ricevuta dalla Fondazione Brigata Maiella.

TG regionali: la nota della Fondazione Brigata Maiella

“La libertà di stampa tra le idee costituzionali della Resistenza

Avendo appreso che la strategia aziendale Rai comporta una drastica riduzione del servizio pubblico di informazione dalle sedi regionali, con specifico riferimento al rischio della mancata copertura di un’ampia fascia delle ore notturne, la Fondazione Brigata Maiella esprime tutto il suo disappunto.

In quanto interprete ed erede di chi ha maggiormente contribuito alla riconquista della libertà in Abruzzo e con la sua esperienza nazionale è stata tra i maggiori ispiratori dei principi essenziali della nostra Costituzione, la Fondazione Brigata Maiella individua nella malaugurata realizzazione di tale disegno, un forte motivo di allarme e di preoccupazione  rispetto alla garanzia costituzionale della libertà di informazione. Libertà di informazione  che solo un robusto servizio pubblico, adeguatamente articolato sui territori, può garantire.

A riprova, testimonia che essa stessa, in conseguenza dell’eccessiva semplificazione delle tradizionali testate giornalistiche regionali, da alcuni anni è vittima di gravi ed evidenti discriminazioni. Discriminazioni da tutti verificabili nella rassegna stampa in capo alle residue testate regionali.  Con gravissima offesa alla memoria di quei giovani combattenti grazie ai sacrificio dei quali godiamo la vita democratica. E la libertà di opinione, nonché quella di informazione.

Il presidente, prof. Nicola Mattoscio, esprime pertanto la sua solidarietà personale, quella di tutti gli organi della Fondazione e della gloriosa memoria di cui la stessa è istituzionalmente interprete e gelosa custode, alla battaglia che giornalisti ed operatori Rai stanno conducendo per non far arretrare il ruolo imprescindibile del servizio pubblico nell’informazione regionale”.

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