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Carla Rocchi, presidente nazionale dell’ENPA – Ente Nazionale per la Protezione degli Animali, interviene sulla vicenda del canile di Macerata. Ne abbiamo parlato in questo articolo.

Riportiamo la nota della presidente Rocchi integralmente.

La nota della Presidente nazionale dell’ENPA

Molte polemiche, ancora vive, sono divampate nei mesi scorsi nella vicenda del canile di Macerata e del trasferimento di tutti i cani di Ascoli Piceno nello stesso. Tra strumentalizzazioni politiche e distorsioni mediatiche, l’ENPA desidera chiarire la propria posizione, visto che, sia pure marginalmente, è stata coinvolta.

Nel settembre 2021 l’ENPA, sapendo che a fine 2022 sarebbe scaduta la ventennale convenzione che il Comune di Macerata ha stipulato con la cooperativa Meridiana per la gestione del canile pubblico, aveva manifestato per tempo all’Amministrazione comunale il proprio interesse a subentrare nella gestione della struttura.

Quando il Comune di Macerata ha concesso alla Meridiana una proroga di quindici mesi con la motivazione che la società si sarebbe offerta di cogliere l’opportunità del superbonus 110%, l’ENPA ha impugnato al TAR la delibera. Nell’ambito di tale azione ha inoltre chiesto la sospensione dell’efficacia della proroga, in modo da impedire, in caso di accoglimento, il trasferimento nel canile di Macerata dei poveri randagi di Ascoli Piceno. Da tempo ospiti di un’associazione di volontariato che da anni si prodiga per loro. A tale richiesta cautelare il TAR Marche ha opposto rigetto, mentre la discussione sul merito dovrebbe essere affrontata il prossimo ottobre. Il condizionale però è d’obbligo, in quanto la stessa cooperativa Meridiana, non avendo ottenuto dal Comune di Macerata l’autorizzazione ad accogliere i cani di Ascoli Piceno nel canile pubblico, ha rinunciato alla proroga. Che evidentemente in realtà era stata chiesta solo per aggiudicarsi l’appalto del servizio per Ascoli Piceno (per cui era necessaria la disponibilità della struttura per almeno due anni).

ascoli piceno oasi appa enpa

Randagi accolti, curati e accuditi nell’Oasi Rifugio dell’Appa ad Appignano del Tronto (AP)

L’ENPA ritiene che le associazioni animaliste siano le più indicate a garantire al meglio il perseguimento di obiettivi condivisi: la riduzione fino all’azzeramento del randagismo. Infatti, per motivi diversi, entrambi i soggetti coinvolti – il Comune per garantire il rispetto della legge minimizzando i costi, l’Associazione protezionista per risparmiare agli animali abbandono e sofferenza – si impegnano a ridurre il numero dei cani nei canili, oltre che incentivando gli affidi, in politiche di prevenzione.

Quando in un contesto del genere si introducono gli interessi economici di privati, che considerano la presenza di un gran numero di randagi una fonte di reddito, l’alleanza tra amministrazione e gestore rischia di rompersi.

La situazione del canile di Macerata è emblematica. Fino a quando il canile è stato pieno di cani, il contrasto tra pubblico e privato non è emerso; ma da quando nel maceratese, grazie alla civiltà degli abitanti e all’impegno delle istituzioni e delle locali associazioni, il randagismo è drasticamente diminuito e un canile di quasi trecento posti come quello del capoluogo, è quasi vuoto, la questione è cambiata.

L’interesse della comunità sarebbe quello di riconvertire la struttura o dismetterla risparmiando le ingenti somme della manutenzione, ma il gestore vuole riempirla di nuovo con cani prelevati da fuori proprio perché per il privato i cani sono attività economica e più ce ne sono e meglio è. Addirittura la Meridiana, cui l’Amministrazione comunale ha negato l’autorizzazione all’ingresso di 180 cani di Ascoli Piceno nel rispetto della convenzione, cioè di precisi limiti di secondarietà dell’attività, subordinazione alle necessità di lotta al randagismo e priorità riservata alle necessità del territorio, lamenta di aver subìto danni economici, di essere indotta a limitare le adozioni dei cani del Comune di Macerata per non dover ridurre in proporzione l’ingresso dei cani da fuori comune e, sebbene abbia rinunciato essa stessa alla proroga, di dover licenziare il personale!

Proprio per questo l’ENPA ha avanzato la sua candidatura alla gestione del canile di Macerata, in quanto l’Ente non considera gli animali una fonte di reddito ed ogni sua entrata è destinata, insieme alle risorse dei propri volontari e sostenitori, a salvare e tutelare il maggior numero possibile di animali. Come ha dimostrato il suo recente forte impegno per gli animali sfollati dell’Ucraina. I suoi volontari si sono riempiti le case con cani e gatti sottratti a maltrattamenti e abbandono e, per quanto sta a loro, accoglierebbero in una struttura pubblica solo i cani bisognosi di accoglienza.

Volontari, persone che per libera scelta svolgono attività in favore del bene comune e della comunità. A volte per il tramite di un Ente del Terzo settore, mettendo a disposizione il proprio tempo e le proprie capacità per promuovere risposte ai bisogni delle persone e delle comunità beneficiarie delle proprie azioni, in modo personale, spontaneo e gratuito. Senza fini di lucro, neanche indiretti, ma esclusivamente per fini di solidarietà.

Al di là quindi di ogni appartenenza politica o presa di posizione ideologica, la nostra vicinanza va all’Assessore Laura Laviano, duramente attaccata per le sue scelte coraggiose. E a chi, come lei, all’interno dell’Amministrazione di Macerata, si è schierato con fermezza per il rispetto delle regole, impedendo la mercificazione di poveri randagi. Promuovendo il rinnovamento dell’idea stessa di canile. Istituendo un apposito Ufficio di tutela degli animali e con questo intraprendendo con decisione la strada verso il riequilibrio del rapporto tra uomo, natura e animali.

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