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Arriva da Roma l’allarme dei focolai di peste suina africana sui cinghiali, come già in Piemonte e in Liguria. Così  ora anche il Centro Italia inizia a tremare. A richiedere la dovuta attenzione sono la Coldiretti Marche e la Coldiretti Ascoli Fermo che ribadiscono con forza quanto sia urgente e necessaria l’adozione di misure immediate per il contenimento massivo dei cinghiali. Perchè si rischia uno tsunami economico per gli allevamenti suinicoli e conseguentemente per i prodotti trasformati.

Peste suina, l’allarme della Coldiretti Marche

“Oltre agli inestimabili danni alle colture, all’ambiente, alla biodiversità e al rischio per le comunità provocati dall’abnorme numero di cinghiali che invadono le nostre campagne e le nostre città, dobbiamo registrare oggi questa emergenza sanitaria molto vicina ai nostri confini”, commenta Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche.Abbiamo rimarcato più volte – spiega – la necessità della loro drastica riduzione numerica, attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo e quelle programmabili nella rete delle aree protette. La peste suina si diffonde attraverso i cinghiali e anche se non è trasmissibile agli esseri umani, colpisce i maiali. E’ altamente contagiosa e letale. Rischiamo, oggi, che l’emergenza si allarghi e metta a serio rischio l’intero comparto suinicolo marchigiano, nonchè le eccellenze che da esso derivano e la norcineria”.

Di fronte a un caso conclamato di peste suina le misure di contenimento arrivano a prevedere il divieto di raccogliere funghi e tartufi, di svolgere attività di pesca e perfino di trekking e di passeggiate in mountain bike. Un danno, quindi, non solo al settore zootecnico ma anche a tutta l’economia del bosco, delle delle aree interne e del turismo.

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Cinghiali nei campi dell’ascolano

Peste suina, la Coldiretti Ascoli Fermo

Ormai è a meno di 120 chilometri: la peste suina è arrivata proprio alle porte dell’ascolano. Perchè quei 120 chilometri sono lo spazio in linea d’aria fra la provincia di Ascoli Piceno e il Parco dell’Insugherata. Il luogo nel comune di Roma nel quale è stato accertato un caso di peste suina su un cinghiale.

“Ascoli è da sempre vicina a Roma ed è per questo che parliamo di allarme rosso” dicono da Coldiretti Ascoli Fermo che ldenuncia per l’ennesima volta il problema di una fauna selvatica fuori controllo.  Un’emergenza che stavolta non si ferma all’assedio permanente di campagne e città, dai monti fino alla costa, ma si allarga anche al rischio di un tracollo economico per l’intera provincia.

“È una situazione – spiega il presidente Armando Marconi che denunciamo da anni. I cinghiali sono troppi e molti agricoltori hanno già rinunciato ad alcune colture visto l’impossibilità di effettuare la raccolta. La peste suina, ora, mette a repentaglio la stessa esistenza delle aziende agricole, soprattutto quelle zootecniche.

Basta un caso di infezione per costringere l’allevatore all’abbattimento di tutti i suoi capi”.

“I danni aumentano giorno dopo giorno – aggiunge Gian Piero Basocu, presidente di Coldiretti ad Amandola. – La conseguenza è l’aumento delle superfici in abbandono poiché gli agricoltori sono stufi della situazione e preferiscono lasciandoli incolti i terreni anziché fare la richiesta di risarcimento danni. C’è un crescente fenomeno di abbandono e spopolamento della montagna e delle coltivazioni. Basti pensare che la zona di Amandola era rinomata  per le produzioni di mais e oggi non viene più coltivato. Perchè chi si avventura nella coltivazione poi non riesce a raccogliere. Una decina di anni fa non si trovava un terreno libero per pascolare gli animali perché erano tutti coltivati. Oggi vengono offerti anche a titolo gratuito per evitare che tutto diventi boscaglia”.

“In una provincia come quella ascolana – conclude Marconinella quale il terremoto ha già fatto la sua parte di danni e l’economia stenta ancora oggi a ripartire, non ci possiamo davvero permettere altre emergenze. Come Coldiretti Ascoli Fermo torniamo a chiedere di intervenire per una drastica riduzione dei capi. Occorre mettere in campo ogni iniziativa utile a fermare il proliferare dei cinghiali e garantire la sicurezza degli allevamenti suinicoli. Monitorando attentamente la situazione per evitare strumentalizzazioni e speculazioni a danno dell’intero comparto”.

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