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Petrolio greggio e gas salgono ai massimi storici. A marzo 2022 un aumento tendenziale dell’84,2%, in leggera decelerazione rispetto al +103% di febbraio. Bolletta energetica al 3,2% del PIL, +1,9 punti in 12 mesi.

Petrolio, prezzi all’importazione ai massimi storici

Una recessione accompagnata da inflazione (stagflazione) è delineato negli scenari alternativi contenuti nel report della Commissione. Le cause un maggiore aumento dei prezzi delle materie prime energetiche e il taglio dell’approvvigionamento di gas dalla Russia. In quest’ultimo scenario più severo, il tasso di crescita del PIL nell’Eurozona sarebbe di circa 2,5 punti percentuali al di sotto del valore di base previsto nel 2022, mentre l’inflazione aumenterebbe di 3 punti percentuali al di sopra della proiezione di base. Nel 2022 il gas naturale passa dai 49,49 euro/Mwh delle previsioni di novembre 2021 ai 97,83 euro/Mwh di maggio 2022 (+97,7%). L’elettricità passa dai 130,72 euro/MWh ai 234,31 euro/Mwh (+79,2%). Il barile di petrolio passa dai 68,1 euro ai 95 euro (+39,5%). Queste oscillazioni nelle stime evidenziano l’amplificazione, causata dalla guerra, degli effetti della crisi energetica scoppiata lo scorso anno.

Saldo del commercio estero

L’esame dei dati pubblicati dall’Istat evidenzia che a marzo 2022 il saldo tra export e import diminuisce di 37,4 miliardi di euro. Una variazione interamente spiegata dall’interscambio di beni energetici. Su base annua le importazioni di energia salgono a 77,5 miliardi di euro mentre l’export sale a 17,9 miliardi di euro. Ciò determina una bolletta energetica di 59,6 miliardi di euro, pari al 3,2% del PIL. Un valore che non si misurava da otto anni, al di sotto del massimo storico del 4% registrato dieci anni fa. In soli dodici mesi il saldo import-export di energia peggiora di 37,8 miliardi di euro, quasi due punti di PIL (1,9) in più. Si tratta dell’aumento più ampio su base annua mai registrato.

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