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Fra pochi mesi i cittadini di Grottammare saranno chiamati a scegliere chi amministrerà la città per il quinquennio prossimo venturo. Il primo cittadino uscente, Enrico Piergallini, non potendo essere rieletto ha proposto all’assemblea di Solidarietà e Partecipazione il suo vice, Alessandro Rocchi, come candidato sindaco. E l’attuale assessore al commercio, Lorenzo Rossi, come vice. L’assemblea ha accettato in toto il pacchetto.

A questo punto, però, è stato annunciato che il candidato vice sindaco Rossi non si presenterà alle elezioni per rispetto verso gli elettori. Perchè una volta eletto, ha spiegato Piergallini, assumendo l’incarico di vice sindaco in giunta decadrebbe da quello di consigliere. Tecnicamente parlando Grottammare, in caso di vittoria di Solidarietà e Partecipazione, avrebbe dunque un “vice sindaco esterno”. Cioè non scelto dagli elettori ma scelto esclusivamente dal sindaco. Una prerogativa, quella della scelta di un vice sindaco esterno, che la legge riconosce in capo al primo cittadino, ma il cui esercizio non è piaciuto a molti grottammaresi. Gian Filippo Straccia, coordinatore del Comitato Cittadino Restyling, ha raccolto il malcontento e se ne è  fatto portavoce.

Riportiamo la nota che ha diffuso alla stampa.

grottammare

Gian Filippo Straccia, coordinatore del Comitato cittadino restyling

Elezioni a Grottammare: la nota del Comitato Restyling

“Chi fa politica deve sempre sottostare al giudizio degli elettori, sempre… chiamasi democrazia. Sembra che a Grottammare le elezioni si siano già svolte, e c’è un sindaco che nomina il suo vice. Quest’ultimo “per rispetto degli elettori”, non si candida. E quindi non si sottopone al loro giudizio.

Non viviamo in un mondo incantato ma a Grottammare nel 2022!

Sappiamo che per ricoprire il ruolo di assessore la stragrande maggioranza di essi si candida a componente del consiglio comunale. Dopodiché il sindaco, nel formare la giunta, ha la facoltà di nominare gli assessori e attribuire le deleghe, nominandoli in base al consenso ricevuto e naturalmente alle competenze.
Il consenso che si riceve dagli elettori è un metro di giudizio importante, perché nella democrazia rappresentativa l’elettore con il proprio voto nomina il rappresentante che ritiene possa far maggiormente emergere le proprie istanze nelle istituzioni.

In un momento di crisi della politica sempre più acuto, dove la partecipazione nell’esercitare il diritto al voto diminuisce ad ogni tornata elettorale, la politica è vista come un qualcosa di lontano e staccato dalla vita quotidiana. Questa si presenta con i suoi problemi, le sue ansie e con un futuro sempre più difficile e incerto.

Bisognerebbe riportare la politica nella dimensione dell’ascolto e del confronto per cercare di dare risposte soddisfacenti.

Sappiamo che tutto questo è difficile! Ma va ricercato, perché il cittadino deve essere un protagonista attivo sia delle scelte future del Paese che delle città. E se anche nei piccoli comuni le decisioni degli amministratori o di chi si candida a tali ruoli vengono calate dall’alto con motivazioni non assolutamente convincenti, non meravigliamoci poi che avanzi il partito dell’astensionismo.

L’astensionismo rappresenta il rifiuto della politica!

Il rifiuto della politica, porta con sé la mancanza della partecipazione alla gestione della cosa pubblica. Così si decreta la morte della politica come: “Arte del vivere insieme”.
A Grottammare siamo sempre precursori. Annullare il diritto di scegliersi i propri rappresentanti viene fatto passare per metodo innovativo del quale dobbiamo solo rallegrarci.
Certo, i tempi di Porto Alegre sono lontani.
Comitato Cittadino Restyling

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