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In Consiglio regionale Marche era arrivata la proposta di legge per la riapertura della caccia al lupo. Proposta,  firmata dai consiglieri di maggioranza Rossi e Bilò, che è stata rimandata in Commissione per approfondimenti. La Lac Marche è seriamente e giustificatamente preoccupata di fronte all’ennesimo tentativo di legittimare l’uccisione di animali appartenenti a una specie protetta. Riportiamo la nota, firmata dal Delegato Danilo Baldini, che l’Associazione ha diffuso alla stampa.

La nota della Lac

Nella nota la Lega abolizione caccia delle Marche ricorda che la proposta di legge “prevede un Piano Straordinario di abbattimenti da attuare nei prossimi 5 anni che consentirà alle Regioni di aprire la caccia agli animali ‘ritenuti pericolosi’ e alle ‘specie esotiche invasive’ con qualsiasi tipo di arma. Anche quelle finora proibite e perfino nelle aree protette, nei centri abitati e in tutti i periodi dell’anno”.

“La proposta attuale – prosegue la Lac – si ispirerebbe ad un modello di normativa recentemente introdotto in Germania, che permetterebbe l’abbattimento di determinati esemplari di lupi, in relazione alle predazioni effettivamente compiute da quei particolari individui ed alla loro reiterazione su un determinato territorio. Tutto ciò presuppone però che le vittime delle predazioni siano sottoposte ad accurate e costose indagini genetiche per risalire al DNA del predatore. In modo tale che si possa dimostrare che ad uccidere sia stato proprio quel determinato lupo, piuttosto che un altro.

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“Le giustificazioni addotte per far riaprire la caccia al lupo servono solo a fomentare un clima di odio e di paura nella popolazione…”

Le ragioni addotte per la caccia al lupo

“Le giustificazioni addotte per far riaprire la caccia al lupo – si legge nella nota – sono prive di qualsiasi  fondamento scientifico. E servono solo a fomentare un clima di odio e di paura nella popolazione, specie quando si afferma che “il lupo entra nei giardini delle case, sbrana i cani e gli animali domestici nei cortili e rappresenta ormai un pericolo anche per l’uomo stesso”.

Tutto ciò è smentito dai dati reali, perché in tutto il Pianeta, negli ultimi 150 anni, non sono mai stati registrati casi di attacchi all’uomo da parte di lupi. Inoltre è dimostrato, dall’esame delle loro feci, che le loro prede preferite non sono i bambini o i cagnolini, bensì i cinghiali ed i caprioli!”

Le ragioni reali per la caccia al lupo

“In realtà – spiega la Lac –  questa proposta di legge, con la scusa di tutelare gli allevatori, costituisce invece l’ennesimo regalo dei politici ai cacciatori. Perchè il lupo rappresenta ormai il loro maggiore ‘competitor’ dato che, come dimostrato dai dati scientifici, le sue prede preferite sono i cinghiali. Che guarda caso, però, sono anche quelle più ambite dai cacciatori, dalla cui caccia traggono infatti un’importante fonte di guadagno, rivendendo i capi abbattuti ai ristoranti di cacciagione. Ed alla filiera della selvaggina!

Quello della ‘Creazione di una filiera delle carni di selvaggina’ è un vecchio pallino della Coldiretti e del ministro dell’Agricoltura Lollobrigida.

Difatti è riportato chiaramente anche nel decreto di ‘Gestione e contenimento della fauna selvatica’, recentemente approvato dal Governo Meloni, che in realtà ha quindi solo finalità industriali. Ovvero la commercializzazione su vasta scala della carne di selvaggina, da conferire poi in appositi centri di lavorazione! L’esperienza pluridecennale e i dati scientifici dimostrano invece che l’unica soluzione valida ed efficace per ridurre o annullare le predazioni, non è quella di riaprire la caccia al lupo, ma quella di adottare misure di prevenzione e di custodia responsabile degli animali, utilizzando adeguate recinzioni e difese. Soprattutto con l’ausilio di cani pastori abruzzesi, una specie che per secoli è stata selezionata e quindi si è specializzata proprio nella difesa delle greggi dai lupi.

Lo dimostrano i progetti Life MedWolf e Life WolfAlps, solo per citarne alcuni. Ma si impara anche dall’esperienza sul campo degli allevatori abruzzesi che convivono pacificamente da secoli con i lupi.

Queste misure, però, vengono spesso palesemente ignorate e non applicate da molti pseudo-allevatori, che pretendono di allevare gli animali, senza poi preoccuparsi di custodirli. E comunque, la Legge Regionale delle Marche n. 17/1995 prevede già ora indennizzi agli allevatori sia se le predazioni sono causate da lupi, che da cani randagi o inselvatichiti.

Riaprire la caccia al lupo, quindi, farebbe solo ritornare in serio pericolo di estinzione questo stupendo animale, già decimato dal bracconaggio, dagli incidenti stradali e dalla selezione naturale. E priverebbe la biodiversità del
predatore al vertice della catena biologica, che ricopre in Natura un ruolo fondamentale nel contenimento di specie invasive ed aliene introdotte dai cacciatori. Proprio come i cinghiali importati dall’Est Europa a partire dagli anni ’60 del secolo scorso e poi fatti incrociare con i maiali per renderli più prolifici!”

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