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Liste d’attesa lunghe più di un anno e sale d’aspetto davanti alle stanze di Radiologia semi vuote. La Fp Cgil di Ascoli Piceno interviene per ribadire che l’Azienda Sanitaria Territoriale di Ascoli Piceno deve garantire ai cittadini prestazioni radiologiche in tempi congrui. Riportiamo la nota diffusa alla stampa.

Radiologia: il privato non sostituisca il pubblico

“Da circa un decennio – si legge nella nota – e con un’impennata in questi ultimi anni, i cittadini del Piceno assistono al graduale depauperamento delle attività di radiologia delle due strutture Ospedaliere di Ascoli e San Benedetto, destinate agli utenti bisognosi di indagini radiologiche. Seppure la Politica e la Direzione Generale dell’AST tentino, con una serie di dati, di smentire questa criticità, per i cittadini accedere tramite il CUP, mediante impegnativa, ad un esame radiologico in Ospedale è diventato quasi impossibile. Se non con tempi inaccettabili che raggiungono a volte anche i 18 mesi.

Ed infatti i dati che vengono formalmente forniti dall’AST, non distinguono in realtà quanti esami vengano erogati direttamente dal Sistema Sanitario Pubblico e quanti dal privato convenzionato. Ma rappresentano una sommatoria delle prestazioni erogate. Ciò è verificabile consultando qualsiasi cittadino che, necessitando della prestazione sanitaria, si rechi al Cup per un esame radiologico.

Le risposte che riceve, sono: “lista chiusa” o “tra dieci mesi”.

Così l’utente è costretto a valutare il privato convenzionato, magari distante decine di chilometri. Oppure l’erogazione veloce dell’esame ma solo a pagamento.

Appare sbalorditivo vedere le sale di attesa delle radiologie ospedaliere semivuote e quelle delle cliniche private sovraffollate di utenti. A maggior ragione se si considera che spesso negli Ospedali  le radiologie lavorano esclusivamente a pagamento ovvero in Libera Professione. Tutto questo ci appare il preludio di una non lontana scelta politica di riservare le radiologie ospedaliere esclusivamente all’attività dei Pronto Soccorso e dei reparti ed estendere le prestazioni all’accesso dall’esterno esclusivamente a pagamento.

La FP CGIL stigmatizza questa politica sanitaria perché ritiene che gli esami radiologici vadano garantiti, rispettando le priorità indicate, in quanto determinanti ai fini della prevenzione e della diagnosi, obblighi del sistema sanitario pubblico.

Purtroppo sono invece evidenti scarsi investimenti tecnologici (come per la RMN al Madonna del soccorso) ed il mancato turnover dei tecnici di radiologia e dei Medici Radiologici (si conta la carenza in questa AST di almeno 10 tecnici e diversi Medici), che si traducono inevitabilmente in minori  prestazioni, meno occupazione ed in generale meno sanità pubblica.

Se questo è lo scenario, la FP CGIL di Ascoli Piceno si farà carico di una campagna di pubblica protesta a tutti i livelli, a tutela dei lavoratori e dei cittadini. E a garanzia del diritto di ottenere prestazioni sanitarie e radiologiche nelle strutture pubbliche, nei tempi indicati nelle impegnative e con tecnologie moderne. Ricordando alle Istituzioni che il turnover del personale operativo va garantito e non ridotto, perché ciò incrementa il dirottamento verso il  privato di  migliaia di esami radiologici.”

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