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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Un ragazzo senegalese di 16 anni trovato nel territorio della città rivierasca senza genitori né parenti, è stato affidato a una famiglia di connazionali residenti a San Benedetto del Tronto. Il sindaco Giovanni Gaspari nel prendere la decisione ha fatto ricorso all’articolo 403 del Codice Civile, che attribuisce appunto al primo cittadino la responsabilità della cura dei minori che si trovano “in una condizione di grave pericolo per la propria integrità fisica e psichica”. Il provvedimento, che ovviamente è stato assunto su relazione dei Servizi sociali del Comune dopo apposita comunicazione alla Procura del Repubblica presso il Tribunale del Minori e dietro assenso della famiglia in questione, costituisce il primo caso nella nostra città di affidamento “omoculturale”, cioè di inserimento di un minore straniero in un nucleo familiare appartente alla stessa etnia.

LE PAROLE DELL’ASSESSORE SORGE – “Si tratta di una soluzione innovativa e di alto valore sociale – spiega l’assessore alle politiche sociali Margherita Sorge – perché consente al minore di rafforzare la propria identità in una fase delicatissima per lo sviluppo grazie al legame con persone, adeguatamente selezionate, che hanno le stesse radici culturali. Per il Comune, inoltre, la soluzione rappresenta un importante sollievo economico, visto che l’ospitalità nelle comunità di pronta accoglienza, destinazione primaria dei ragazzi che si trovano in quste condizioni, ha un costo molto superiore alla collocazione in famiglia. Basti pensare – conclude Sorge – che dall’inizio dell’anno il comune di San Benedetto ha dovuto provvedere alla sistemazione di 6 minori in comunità con una retta superiore ai 100 euro giornalieri contro un solo caso registratosi in tutto il 2011″.