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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si è parlato del futuro della sanità locale al consiglio comunale di ieri, temi focali affrontati l’integrazione in Area Vasta degli ospedali di San Benedetto e Ascoli, la necessita di tutela della salute dei cittadini e le sorti lavorative del personale amministrativo, medico e paramedico. Presenti politici internazionali come gli onorevoli Agostini e Ciccanti, regionali come gli assessori Donati e Canzian e i consiglieri Perazzoli e Natali, provinciali come il presidente Celani e il consigliere Mandozzi, i sindaci Gaspari, Castelli, Merli e D’Erasmo, i consiglieri comunali, i rappresentanti dei sindacati, il direttore dell’Area Vasta Giovanni Stroppa, il personale amministrativo, medico e paramedico degli ospedali del Piceno e tanti cittadini.

IL SINDACO GASPARI – “Abbiamo un unico obiettivo – ha affermato Gaspari – migliorare la qualità dei servizi che vengono erogati dai nostri ospedali ottimizzando le risorse. Sappiamo che i tagli nazionali ammontano a ben 200 milioni per le Marche nel prossimo triennio e, quindi, ci viene imposto un forte processo di riorganizzazione in area vasta, anche e soprattutto delle funzioni burocratico – amministrative, proprio per non penalizzare i servizi diretti ai cittadini. Al centro del confronto con Regione e Asur deve esserci un progetto, di competenza del direttore di area vasta che, se fa fare un salto di qualità della sanità del Piceno, intendiamo sostenere con forza”. La salute dei cittadini delle Marche del Sud sembra non essere garantita secondo gli standard qualitativi affermati a livello regionale e locale, denunciando i disagi dei servizi e ribadendo che non è più possibile restare fermi e non prendere subito provvedimenti; la mancanza di 11 primari su 18, i tagli e la chiusura dei piccoli presidi ospedalieri di Montefiore e Ripatransone, elementi questi che fanno perdere di credibilità le altre strutture locali.

IL DIBATTITO – A partire da queste affermazioni si è sviluppato il dibattito che ha visto intervenire il capogruppo del Pd Emili che ha ricordato, elencando una serie di mancanze della sanità picena, che le tre parole fondamentali di ogni servizio sanitario, equità, solidarietà e universalità, sono oggi fortemente messe in discussione e che sembra si stia procedendo verso un progetto di provincializzazione e non di integrazione mentre andrebbe trovato un punto di equilibrio nel rispetto di tutti i territori e della loro identità. Gabrielli (Pdl) ha sottolineato che il territorio non ha particolari rivendicazioni se non nella qualità dei servizi offerti ai cittadini, mentre Del Zompo (Idv) ha ammesso che “non è più tempo di promesse e non è giusto che la Regione, nel governare la sanità, usi il divide et impera mettendo i cittadini di San Benedetto e quelli di Ascoli gli uni contro gli altri. Ormai servono atti concreti”. Conoscenza e condivisione con il territorio del progetto di riorganizzazione sono state le richieste rivolte al direttore Stroppa dal sindaco di Grottammare Luigi Merli.

Dall’assessore Sandro Donati sono giunte parole di rassicurazione: “Ci batteremo in Regione affinché questo territorio abbia le stesse identiche peculiarità e specializzazioni degli altri e che non venga ancora penalizzato, come quando, a causa della crisi economica, non è stato possibile realizzare l’azienda ospedaliera ospedali riuniti Marche sud”. L’assessore regionale Antonio Canzian ha sottolineato due obiettivi da perseguire per l’integrazione in area vasta: “il direttore, che entro il 30 aprile presenterà il piano strategico di area vasta, deve tener conto del livellamento di investimenti e risorse degli ospedali e dei servizi sanitari e sociali tra le due ex zone territoriali 12 e 13, mentre la classe politica del piceno deve superare i campanilismi e le contrapposizioni per essere davvero in grado di fare scelte importanti per la salute dei cittadini”.

Da parte dei consiglieri Perazzoli e Natali vi è stata una condivisione di idee in merito ad alcune necessità: riequilibrare le risorse sia interne all’area vasta 5, sia tra tutte le aree regionali, onde evitare che i tagli lineari già effettuati impoveriscano ancora di più i territori svantaggiati; riorganizzare radicalmente la sanità su scala regionale anche a costo di chiudere i presidi di modeste dimensioni; portare avanti una discussione lungimirante sull’integrazione dei due ospedali di San Benedetto e Ascoli che possa essere propedeutica alla realizzazione dell’ospedale unico.

L’onorevole Agostini ha denunciato alcuni sprechi in merito ad una voce del bilancio regionale pari a 3.267 mila euro destinata a consulenze esterne per la realizzazione di bilanci delle strutture sanitarie e il fatto che, nonostante non si conosca ancora il progetto di riorganizzazione dell’apparato, la Asur parla già di trasferimenti degli amministrativi. Mentre l’onorevole Ciccanti si è detto sfavorevole alla realizzazione di un ospedale unico su due sedi in quanto così si avrebbero “due mezzi ospedali”.

Tra il pubblico ha preso la parola l’infermiere Neroni chiedendo una maggiore chiarezza sui destini di operatori amministrativi e sanitari. “C’è molta confusione – ha ammesso Neroni – l’integrazione della parte sanitaria non può partire da scelte che vengono prese in relazione al figure professionali già esistenti, ma dai bisogni dei cittadini che consistono nel rafforzare alcune specificità del territorio e nel rendere maggiormente accessibili i servizi socio – sanitari”.

Al termine del dibattito anche il direttore Stroppa ha voluto “rompere il voto del silenzio per condividere alcuni punti importanti del dibattito senza entrare nel merito del progetto di riorganizzazione che verrà discusso tra qualche giorno in sede di conferenza unificata dei sindaci insieme all’assessore Mezzolani, al direttore generale Ciccarelli e a Ruta”. “Sto entrando nel territorio in punta di piedi, ma mi sento già parte di esso – ha proseguito Stroppa – questa sera non mi ero dato il voto del silenzio, ma quello dell’ascolto. Chi mi ha preceduto ha lavorato bene, io non mi sento direttore di un ospedale o di due ospedali ma di una intera zona, una provincia e un territorio, lo sento sulla mia pelle. Non ho mai detto che non ci saranno trasferimenti, ma spero che l’Area vasta venga fatta in maniera funzionale. La mia priorità è individuare aree operative, dirigenti e identificare subito le funzioni, poi come e quando effettuare gli spostamenti si vedrà. Spero farlo insieme a voi”.

GLI ESITI – A chiusura della seduta consiliare, tutti gli intenti della serata si sono concretizzati nella presentazione di un ordine del giorno, letto dal sindaco Gaspari, nel quale si chiede che venga ribadita l’importanze del presidio ospedaliero di San Benedetto in integrazione e certamente non in contrapposizione con quello di Ascoli Piceno, che vengano individuate entro sei mesi progettualità tecniche e sanitarie in un’ottica di bilanciamento e pari dignità dei due nosocomi, che venga riconosciuta e premiata la buona gestione della spesa sanitaria della zona, confermate le strutture amministrative nelle ex zone territoriali provvedendo alla riqualificazione del relativo personale e trasferite nelle nuove sedi di area vasta le sole strutture dirigenziali, che sia riaperto l’iter per la costituzione della Azienda Ospedaliera Marche sud e per la sua definitiva istituzione. Questo ultimo punto, non condiviso da Pellei (Udc) il quale con una emendamento voleva fosse specificato che la costituzione dell’Azienda ospedaliera fosse su una unica sede, ha fatto sì che l’ordine del giorno fosse approvato con 20 voti favorevoli e 2 astensioni (Pellei e Calvaresi).

Appuntamento al 6 aprile, quando si riuniranno i sindaci dell’Area Vasta 5.