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Ho sempre pensato che la grammatica è come la musica: bisogna avere il giusto orecchio e poi, a prescindere dalla conoscenza o meno delle regole, riesci a parlare in modo corretto. Ritengo si tratti proprio di una forma di educazione che comincia nel momento in cui il bambino apprende i primi vocaboli e se cresci sentendo parlare in modo corretto le persone che ti sono vicine non sbaglierai i congiuntivi e, facendo pratica (di ascolto e di lettura) il tuo vocabolario sarà sempre più ricco.

Devo ammettere che anche a me, malgrado il ruolo istituzionale di Consigliera di Parità che ricopro da 11 anni e che deriva anche dall’esperienza nella Commissione Pari Opportunità della Provincia di Ascoli Piceno iniziata diversi anni prima, alcuni termini “suonano” ancora strani e mi sembrano meno armoniosi di altri. Quando ho avuto l’occasione di leggere gli scritti di Alma Sabatini del 1987 per la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Commissione nazionale per le Pari Opportunità dell’epoca mi sono resa conto che, ancora una volta, non abbiamo valorizzato documenti condivisi e, soprattutto, non abbiamo saputo lavorare. All’epoca degli scritti avevo esattamente la metà degli anni che ho oggi e se le Raccomandazioni per l’uso non sessista della lingua italiana fossero state realmente raccolte e diffuse avrei avuto tantissimo tempo per far risuonare nuovi vocaboli rendendoli orecchiabili ed armoniosi con il linguaggio corrente.

Sono convinta che, in questi 25 anni, se ciascuno avesse operato secondo tali raccomandazioni il governo non sarebbe stato così duramente ammonito da Violeta Neubauer, del Comitato O.N.U. per l’eliminazione delle discriminazione nei confronti delle donne, che vigila sull’applicazione dell’omonima convenzione internazionale, la C.E.D.A.W. che ha detto «L’Italia deve fare molto di più, c’è uno scarto tra legge e sua applicazione che va colmato, le donne non sono il problema ma la soluzione». Di questo sono convinta: le donne sono la soluzione anche perché sono coloro che maggiormente si occupano dell’educazione delle nuove generazioni e non mi riferisco all’ambito famigliare in cui le corresponsabilità educative devono essere condivise tra i genitori, bensì al mondo dell’istruzione, soprattutto quella primaria, dove incontriamo tantissime insegnanti! E’ per questo che rivolgo il mio appello soprattutto alle maestre e alle insegnati: leggete e meditate le Raccomandazioni per l’uso non sessista della lingua italiana e, soprattutto, applicatele!

Paola Petrucci, consigliera di parità per la Regione Marche