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CASTEL DI LAMA – Venerdì si è tenuta un’assemblea pubblica organizzata dal comitato antinquinamento locale; al centro della discussione c’erano la centrale a biomasse, che dovrebbe sorgere nello stabilimento industriale Deatech, e alcune novità sulla Relluce. All’incontro era presente un esperto della questione biomasse, Adriano Mei, che grazie a una protesta serrata è riuscito a bloccare la costruzione di una grande centrale nel pesarese.

LA CENTRALE – Il comitato ha informato i presenti, con tanto di documenti alla mano, che la centrale è stata autorizzata senza la Via (valutazione impatto ambientale), ricordando che la bruciatura di oli vegetali, provenienti per lo più dalla Malesia, sia dannosa per la salute poiché emette polveri sottili, oltre ad avere alti costi di importazione. È stato sostenuto come esistano delle contraddizioni di base, infatti il sistema degli incentivi muove gli imprenditori ad effettuare tali investimenti ma, allo stesso tempo, la UE ha fissato al 2020 il termine per la bruciatura dei rifiuti. Inoltre, un altro paradosso è consentire che i sindaci blocchino il traffico e far sì che venga autorizzata la costruzione di una centrale senza il coinvolgimento degli stessi.

IL RICORSO – Il comitato ha dichiarato che c’erano tutti i presupposti per far ricorso al TAR, ciò non è stato fatto e, decaduti i 60 giorni disponibili e con in mano la documentazione necessaria, è  stato deciso di effettuare un ricorso straordinario al Capo dello Stato; per questo il comitato chiede l’aiuto di tutti i sindaci dei comuni limitrofi e degli abitanti del comprensorio.

ADRIANO MEI – Ha riportato alla platea la sua esperienza, sostenendo che l’attività dei sindaci è fondamentale per impedire opere di impatto devastante sul territorio. Ha sottolineato che gli oli provenienti dall’Asia siano portatori di veleni e trattamenti vietati dalla UE. Inoltre, ha ricordato come in Italia manchino piani di emergenza nei territori a ridosso di zone a rischio di categoria A.

PATRIZIA ROSSINI – Il sindaco di Castel di Lama è intervenuto fornendo la sua disponibilità e lamentando di non essere stata coinvolta dalle altre istituzioni nella condivisione di scelte che riguardano anche il territorio del suo comune.

LA RELLUCE – si sa che riversa nel terreno sostanze pericolose al di sopra della soglia di contaminazione, ragion per cui sarebbe in atto un inquinamento delle acque sotterranee. Proprio per questo il comitato ha lanciato l’allarme, invitando i possessori di pozzi a far controllare l’acqua all’ARPAM.