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MACERATA – Con il decreto legge sullo sviluppo recante “Misure urgenti per la crescita del Paese” e approvato dal Consiglio dei Ministri venerdì 15 giugno è stata prevista la sospensione del SISTRI fino al 30 giugno 2013. Una misura questa, chiesta con forza da Confartigianato, che ormai da tempo sta denunciando l’inadeguatezza sotto ogni profilo del sistema, che impatta sulla quasi totalità delle imprese artigiane.

EFFETTI DEL PROVVEDIMENTO – La sospensione non si pone questa volta come l’ennesima proroga dell’entrata in operatività del Sistri, bensì è finalizzata a ridisegnare l’intera architettura del sistema, dopo aver provveduto a svolgere ulteriori verifiche amministrative e funzionali del sistema stesso, anche alla luce delle proposte formulate da Confartigianato. Per effetto del provvedimento, che deve essere ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale, sono anche sospesi tutti gli effetti delle norme relative al SISTRI, compresi gli obblighi di iscrizione e il pagamento dei contributi per il 2012. Rimane in vigore il regime di contabilizzazione dei rifiuti di tipo tradizionale basato sugli articoli 190 (registro) e 193 (formulario) del decreto legislativo n. 152 del 2006 nella formulazione antecedente il decreto legislativo del 3 dicembre 2010, n. 205. Ciò comprende le modalità di adempimento degli obblighi, l’entità e fattispecie delle sanzioni nonché le regole poste a corredo ed integrazione degli obblighi descritti come, per esempio, la possibilità di tenuta dei registri presso le associazioni imprenditoriali anche per i rifiuti pericolosi.

IL PARERE DEL PRESIDENTE – “E’ senza dubbio una notizia positiva per le imprese – dice il Presidente Provinciale di Confartigianato Imprese Macerata Folco Bellabarba – ma non è ancora la soluzione. Noi continueremo a chiedere che il Sistri sia eliminato e sostituito da un sistema di tracciabilità dei rifiuti nuovo, agevole da utilizzare e senza costi per le imprese. Negli ultimi due anni infatti circa 330.000 imprenditori italiani hanno speso 70 milioni di euro per iscriversi al Sistri, per acquistare oltre 500mila chiavette USB e quasi 90mila black box: l’unico risultato raggiunto è stato quello che il Sistri non è mai partito. Per questi motivi – conclude il Presidente Bellabarba – la nostra richiesta continua ad essere quella della restituzione alle aziende delle somme versate o, al massimo, di una loro destinazione al rilancio produttivo delle zone terremotate”. Per ciò che attiene a tutte le questioni relative alla gestione delle apparecchiature informatiche Sistri in giacenza presso le imprese (USB, black box, SIM, ecc.) nonché ai contributi antecedenti 2012, Confartigianato sta facendo pressioni affinché al più presto siano diramate specifiche istruzioni da parte del Ministero dell’Ambiente.