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APPIGNANO DEL TRONTO – La questione della centrale biomasse arriva in Parlamento attraverso la mediazione di Luciano Agostini, che ha posto alcuni quesiti al Ministero competente chiedendo di aprire un tavolo di confronto tra le istituzioni interessate (Comuni e Regione Marche), ditta richiedente, comitati di cittadini. Vengono sollecitate delucidazioni circa i tempi con i quali il Ministero intende emanare le linee guida per indicare le zone inidonee per l’installazione di impianti che utilizzano biomasse, così come previsto dal decreto del Ministro dello Sviluppo Economico del 10 settembre 2010.

L’INTERROGAZIONE – Le preoccupazioni, di cui si fa portavoce Agostini, riguardano soprattutto le ragioni ambientali come la vicinanza ai centri abitati, alle aree di interesse geomorfologico, paesaggistico, artistico e storico-antropologico. Inoltre, esiste il rischio concreto di un coinvolgimento delle zone di produzione delle filiere Doc e Dop e di quelle già fortemente compromesse dall’inquinamento atmosferico. A tal proposito, Agostini chiede esplicitamente di “procedere ad una moratoria delle autorizzazioni in via di espletamento per la tipologia degli impianti in questione”.

CENTRALE BIOMASSE – Agostini riepiloga la situazione dichiarando “la zona su cui dovrebbe sorgere l’ impianto è provata dal punto di vista ambientale perché sulla stessa  insiste la discarica comprensoriale della Provincia di Ascoli Piceno, un impianto fotovoltaico di 1 MW, oltre a discariche di rifiuti speciali, ormai dismesse, che continuano a produrre effetti negativi sull’area circostante. Castel di Lama è uno dei comuni più a rischio per superamento dei limiti di polvere sottili, in quanto sul suo territorio insiste la zona industriale più grande della Provincia ed è attraversato dalla strada statale “ss. N. 4 Salaria”. Il combustibile usato sarebbe importato da paesi esteri, quindi non attiverebbe nemmeno quel minimo di economia sulla filiera agricola, che comunque non ha caratteristiche di produzione intensiva ma viene progettata per colture di qualità.

Agostini conclude ricordando che “una precedente autorizzazione concessa per realizzare simile impianto a biomasse, sempre in quel territorio, non è stata mai eseguita proprio in virtù dell’eccessivo carico ambientale che avrebbe gravato sulla zona. I Comuni interessati, Appignano del Tronto e Castel di Lama, hanno dichiarato alla Regione Marche la loro ferma contrarietà, anche attraverso delibere di Consiglio Comunale”.