Articolo
Testo articolo principale

FERMO – La scorsa settimana, presso la Sala Consiglio della Provincia di Fermo, si è riunita per la prima volta la Commissione Permanente Pari Opportunità. Oltre al Consigliere Licia Canigola, Monica Catini, Rosanna Vittori, Jessica Marcozzi e Maria Lina Vitturini, erano presenti Stefania Romagnoli, Bouchra El Gorch, Milena Corradini, Antonella Orazietti, Daniela Minnetti, Carmen Mattei, Sabrina Petrelli, Silvana Zummo, Romina Fentini, Meri Marziali, Antonietta Cruciani, Alessandra Maroni, Gelsomina Viscione, Maura Donzelli e Stefania Mattetti. Nel corso della riunione è intervenuto anche il Presidente Fabrizio Cesetti.

PARI OPPORTUNITA’ – La parità tra donne e uomini è uno dei diritti fondamentali e dei principi comuni nell’Unione Europea, condizione imprescindibile per raggiungere obiettivi generali di crescita, occupazione e coesione sociale. Il trattato di Roma agli articoli 2 e 3 prevede espressamente la promozione della parità di genere e contempla un’azione mirata ad eliminare le disuguaglianze, nonché a promuovere la parità tra uomini e donne. Si tratta quindi di rimuovere gli ostacoli che, di fatto, costituiscono discriminazione diretta e indiretta nei confronti delle donne, per valorizzare la differenza di genere e per favorire le condizioni di riequilibrio della rappresentanza tra uomo e donna in tutti i luoghi decisionali. Per favorire il perseguimento di tali obiettivi, negli anni sono state istituite commissioni per le pari opportunità non solo a livello nazionale ma anche presso gli enti locali, in particolare presso tutte le province.

LE FUNZIONI – L’articolo 2 dello specifico regolamento stabilisce le funzioni attraverso cui il novello organismo concorrerà al perseguimento delle piene pari opportunità nell’ambito del Fermano:
promozione di indagini e ricerche sulla condizione femminile provinciale, e creazione di occasioni di confronto culturale sulla condizione e sull’immagine femminile;
proposizione di iniziative tendenti a creare la consapevolezza della piena corresponsabilità della coppia nei confronti dell’educazione dei figli e perseguimento di una piena compatibilità tra l’esperienza di vita familiare e l’impegno pubblico, sociale, professionale e politico della donna nell’ottica del riequilibrio della rappresentanza;
organizzazione di incontri, seminari, pubblicazioni in collegamento con le forze politiche, sociali ed economiche presenti sul territorio;
promozione di una conoscenza capillare e diffusa della normativa e delle politiche riguardanti la posizione della donna sia nel contesto familiare che nel contesto lavorativo e pubblico;
emanazione di pareri preventivi sugli atti del Consiglio e/o della Giunta provinciale che abbiano attinenza alla condizione femminile;
informazione sistematica sull’evoluzione della condizione femminile volta ad evitare ogni atto o comportamento indesiderato a connotazione sessuale arrecante offesa alla dignità e alla libertà della persona che lo subisce.

IN ITALIA – Il nostro Paese, sotto questo punto di vista, è purtroppo ancora molto indietro rispetto agli altri paesi occidentali o comunque definiti “civili”. Al di là della generale percezione di un mancato raggiungimento degli obiettivi stabiliti con il trattato di Roma, basti ricordare che nel 2011 la classifica del World Economic Forum riguardante le pari opportunità (Global Gender Gap Report) ha visto l’Italia piazzarsi solo al 74° posto, dietro a paesi come Ghana, Bangladesh, Romania.