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ASCOLI PICENO – Il presidente della Provincia Piero Celani risponde a Ciccanti sulla questione del riordino delle Province. “Nessuna volontà di polemizzare – scrive Celani in una nota – né sono in rotta con nessuno, tuttavia devo fare alcune precisazioni, visto anche l’attivismo frenetico dell’Udc che fa dichiarazioni diverse ogni giorno e “tirandomi per la giacca”, ad uso e consumo dei vari territori (Ascoli, Fermo e Macerata) in una girandola di improbabili equilibrismi”. 

LA NOTA DEL PRESIDENTE CELANI– “Mi si consiglia di ritirare la firma dalla delibera del Cal favorevole al ricorso alla Corte Costituzionale per il riordino delle Province. Ebbene, ho votato all’unanimità, insieme agli altri presidenti e componenti del Cal, semplicemente una delibera a salvaguardia delle prerogative costituzionali delle Province e quindi dei servizi che andranno a gestire sul territorio e della loro capacità come Enti di incidere efficacemente sulla vita e lo sviluppo delle comunità locali; che è poi la vera sostanza del discorso, quello che veramente interessa ai cittadini, non certo i giochi di risiko e la ridda di ipotesi che quotidianamente vengono esternate sulla stampa sul presunto assetto del nuovo super Ente. Il mio indirizzo di voto è stato quindi perfettamente coerente con i fatti e le situazioni in evoluzione e lo testimoniano ampiamente le date dei vari documenti. Infatti, la delibera del CAL è stata approvata il 25 luglio nelle more di conversione in legge del decreto della Spending Review dove ancora la questione dei criteri di riordino delle Province era “nebulosa” e che sarebbe stato poi varato il 7 agosto. Una delibera quella del CAL votata, ripeto, all’unanimità: che avrei dovuto fare non sottoscriverla solo perché nell’ordinanza del Governo si indicavano determinati parametri peraltro suscettibili di modifica in sede di esame parlamentare? Allora si,, in quel caso, che avrei peccato di campanilismo e sarei apparso come l’ultimo dei mohicani a difesa di presunti “interessi di cortile”. Ritengo che la vera “generosità” e l’apertura al dialogo e agli interessi di tutti i territori si dimostrino nei fatti attraverso le decisioni nelle sedi istituzionali appropriate, non certo con le chiacchiere e nelle ipotesi colorite e fantasiose che lascio volentieri ad altri”.