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ASCOLI PICENO – Un convegno sul ruolo delle Province come agenti del “multilevel government” nelle odierne democrazie. Un tema quanto mai attuale dato il vasto processo di riforma che sta investendo proprio in questi mesi l’ente Provincia e le sue funzioni sul territorio. L’iniziativa, organizzata dalla Presidenza del Consiglio Provinciale di Ascoli Piceno e dal Devolution Club, associazione di ricerca di rilievo nazionale con il patrocinio dell’Upi, è in programma per i prossimi 28 e 29 settembre. 

LA TAVOLA ROTONDA – Ospiterà autorevoli cattedratici italiani ed europei, quest’ultimi provenienti da Germania, Regno Unito, Francia, Spagna e Belgio. Dunque, accanto alla realtà italiana, ci sarà spazio per una  riflessione di respiro internazionale sui valori della dimensione provinciale del governo locale, mettendo  a confronto i diversi sistemi di amministrazione “intermedia “, tuttora validi e presenti a livello europeo e l’ente italiano denominato “Provincia”. In tale prospettiva, verranno prese in esame, ad esempio, le Contee britanniche nel quadro della devolution, o i Regierungbezirke e i Landkreise tedeschi nell’ambito dello Stato federale, o i Dipartimenti francesi, le Province spagnole, portoghesi, greche e  belghe.

IL PRESIDENTE FALCIONI – “Per la città e l’intero territorio si tratta di una vetrina importante di promozione – evidenzia il Presidente del Consiglio Provinciale Armando Falcioni – perché saranno presenti eminenti studiosi sia italiani sia europei. Abbiamo organizzato questo evento a gennaio scorso in tempi ‘non sospetti’ e il fatto che il convegno si svolga proprio in questo periodo cruciale per il destino delle province italiane, rappresenta sicuramente una qualificata opportunità per riflettere senza pregiudizi, avvalendoci di alcuni dei massimi esperti della materia in campo giuridico e della dottrina. Non è solo una questione di Ascoli capoluogo, di due, tre o quattro province nelle Marche o di altre problematiche seppure importanti – ha aggiunto Falcioni – ma le due giornate di studio sono l’occasione per ‘alzare l’asticella’ del dibattito ad un profilo più alto di quello meramente localistico, pur comprensibile; occorre chiedersi se veramente le Province siano titolari di servizi essenziali per la comunità, come molti sostengono ancora, e su questo terreno occorre misurarsi con una riforma istituzionale densa di incognite che rischia di lasciare inevase risposte fondamentali per i cittadini in un momento di grave crisi per tutto il vecchio continente. Ritengo che in questo momento l’utente non si chiede solo dove verrà collocato il  centro direzionale ma anche se la riforma in atto porterà risparmi per la comunità e servizi migliori. Il confronto con altre realtà del continente credo sia anche un segno di maturità politica e condivisione con altre esperienze europee con le quali dovremo comunque confrontarci e convivere”.