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LE MARCHE – Le aree non idonee all’istallazione di impianti a biomasse e biogas saranno presto individuate. Dopo mesi di acceso dibattito sia politico che sui territori è stata approvata in Giunta regionale la delibera che trasmette all’Assemblea legislativa l’adeguamento del Piano energetico regionale che contiene l’individuazione delle aree non idonee per la realizzazione di impianti a biomasse e biogas. Nel documento di indirizzi, frutto della consultazione con enti locali, associazioni di categoria e ambientaliste, sono state inserite disposizioni volte a non compromettere e non interferire con il territorio e il lavoro e criteri di sostenibilità.

LA LEGGE – Con la legge regionale dello scorso ottobre è stato disposto che la Regione procedesse “alla individuazione delle aree non idonee alla installazione degli impianti alimentati da biomasse o biogas nell’ambito dell’atto di programmazione con cui sono definiti gli interventi  necessari al raggiungimento degli obiettivi di Burden Sharing”, definendo un termine di quaranta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, entro cui adottare tale provvedimento.

LE VALUTAZIONI – “La valutazione della non idoneità delle aree si è sviluppata prendendo in considerazione tre tipologie di impianto a biomassa, ovvero, l’impianto alimentato a biogas, l’impianto alimentato a biomassa solida e l’impianto alimentato a biomassa liquida. – afferma l’assessore regionale all’Ambiente e Energia, Sandro Donati – Infatti, per quanto riguarda le taglie di potenza, l’analisi sviluppata ha individuato negli impianti di piccola taglia la dimensione maggiormente compatibile con le caratteristiche del territorio e con la tipologia di domanda di energia della regione Marche e, in particolare, all’interno di tale potenza, i microimpianti sono stati valutati come particolarmente adatti alla dimensione aziendale media delle imprese agricole regionali e fortemente integrabili con i fabbricati rurali“.