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ASCOLI PICENO – Libera, associazione fondata da don Ciotti che da tempo si batte contro le mafie, ha lanciato un appello a tutti i candidati di tutte le formazioni politiche ad aderire alla campagna promossa dall’associazione contro la corruzione, piaga fortemente presente nel Paese e che costa allo Stato 60 miliardi di euro all’anno. Il Pd locale ha recepito questa istanza e i candidati alla Camera e al Senato, Luciano Agostini e Anna Casini, hanno ricevuto da Paola Senesi, referente regionale e locale di Libera, il braccialetto bianco, simbolo dell’adesione alla campagna stessa. Non un gesto simbolico ma altamente carico di contenuti.

Aderire a “Riparte il futuro” significa sposare l’impegno della trasparenza. “Ai candidati viene infatti richiesto di porre online il proprio curriculum vitae e il casellario giudiziario, ma anche la propria situazione economica”, ha affermato Paola Senesi. Ma vuol dire anche impegno “volto alla modifica dell’articolo 416 ter del Codice Penale” che prevede pene detentive anche per chi ottiene la promessa di voti in cambio dell’ erogazione di denaro. In particolare l’impegno richiesto nei primi cento giorni di legislatura va nella direzione di un inasprimento del contenuto di suddetto articolo includendovi all’interno la voce “o altra utilità”. “Sappiamo bene che il voto di scambio oggi, non si concreta solo attraverso il pagamento di mazzette – ha continuato Senesi – ma anche atteggiamenti clientelari e altre mafiosità”.

Luciano Agostini e Anna Casini hanno dunque messo online curriculum vitae e casellario giudiziario, ma anche la situazione economica aderendo con entusiasmo all’iniziativa. “Ho deciso di aderire perché ho capito che va modificata una cultura che si è fortemente radicata in Italia – ha detto Agostini. – Se Grillo fa breccia dicendo che tutti sono uguali, io intendo marcare la differenza tra chi ha voluto liste pulite e chi invece non ha agito in tal senso. In 35 anni trascorsi come amministratore io non ho mai ricevuto un avviso di garanzia. Questo significa qualcosa. C’è differenza tra chi depenalizza il falso in bilancio e chi invece vuole farlo tornare ad essere duramente sanzionato”.