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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il Popolo delle Libertà sambenedettese commenta i numeri delle elezioni politiche. “Siamo di fronte al nuovo miracolo berlusconiano – esordisce Andrea Assenti, segretario provinciale e consigliere comunale – sì, Cinque Stelle è il primo partito, ma noi siamo al 1,74% dal Pd. Dato che fa riflettere e denota il crollo del centrosinistra senza se e senza ma.” Riferimenti a Ingroia e alla rivoluzione mancata, ma non serve guardar lontano per riconoscere il flop firmato Allam con Io amo l’Italia che ha ricevuto lo 0,44% di voti alla Camera e 0,6% al Senato. “Nella nostra coalizione si è verificato uno spostamento di voti verso Fratelli d’Italia, – nota Assenti – sono voti prestati”.

Evidente la soddisfazione del Pdl locale che coglie l’occasione per fare meglio e iniziare le spallate all’attuale cosa pubblica sambenedettese. “Vediamo delle analogie dal nazionale al locale e dobbiamo fare il possibile per un governo più stabile. – aggancia Pasqualini Piunti – Vogliamo aprire un dialogo con i grillini per le questioni locali, come avvenuto per lo stoccaggio gas.” La fa avvincente Pierluigi Tassotti, “il Pd aveva avuto il match point a disposizione per mettere il Pdl in panchina” con il chiaro riferimento alle primarie che hanno scartato il favorito Matteo Renzi. “Per chi ci ha accusato di essere inermi e dormienti, – continua – era una verità probabile, ma siamo riusciti a recuperare consensi e approvazioni raggiungendo la prima posizione nelle Marche.”

Rinserrare le file e adeguarsi all’adeguamento epocale, inserendosi nella crepa lacerata del Pd; questa sera al Consiglio comunale la prova del nove. Stoccaggio gas, la nuova Tares che prevede una nuova batosta all’italiana, l’Imu con le sue care aliquote e la questione sanità sono i punti deboli per l’araba fenice del Pdl. “Tensioni e criticità all’interno della maggioranza. – chiosa Bruno Gabrielli – Non si può non notare che il Pd ha dei forti problemi. È il settimo anno che assistiamo a promesse procrastinate, miriamo ad una coalizione di governo che si faccia carico delle responsabilità della città.”