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Italia lettrice? Ebbene signori oggi mi impegno a sfatare questo mito. Parto da una considerazione di carattere generale. Sì, è vero, in Italia si legge poco (basta andare a guardare le desolanti classifiche sulla lettura nazionale) e esiste una fetta enorme di popolazione che non solo non è considerabile “lettore forte” ma addirittura sembra quasi analfabeta di ritorno (meno di un libro l’anno, niente giornali solo tv). Tuttavia se guardate meglio questi freddi dati troverete due interessanti notazioni. La prima. I lettori forti ci sono (eccome!). Pochi ma buoni difendono la loro appartenenza alla categoria dei “lettori insaziabili” con quote di lettura da far invidia ai sempre primi e “spocchiosetti” stati nordici (che sono sempre i più bravi in tutto). Altra considerazione: i lettori sono donne e sono ragazzi (soprattutto se vengono da famiglie dove i genitori leggono e non si limitano a dirlo).

Questo dato mi ha fatto sorgere alcune riflessioni. La prima deriva dalla notizia che noi donne leggiamo di più? Perché, mi sono chiesta? I malfidati diranno perché siamo più sognatrici e abbiamo meno impegni dei signor maschi. Respingo al mittente questa ricostruzione sessista e prendo in considerazione un altro fatto.

Noi donne, un po’ per tradizione, un po’ per educazione, tendiamo a non fidarci troppo delle apparenze e soprattutto sappiamo (ahinoi) che non basta essere più brave per avere successo. Occorre essere molto informate, molto colte, molto brillanti e, soprattutto, molto lucide nei giudizi e nelle azioni perché queste nostre caratteristiche siano riconosciute. La lettura in questa ottica è per noi necessaria perché appartiene al nostro background culturale l’idea che i lati di un problema diano molti e che il leggere dia tempo di analizzare i molteplici punti di vista di una storia. La lettura con la sua ricostruzione del mondo attraverso la parola forse si avvicina più facilmente al modo di organizzare il pensiero a cui noi dell’altra metà del cielo siamo abituate (dico abituate da secoli di cultura, non ne faccio una questione genetica). Su questa caratteristica delle lettura intesa come piacere molto al femminile vi consiglio due libri molto spiritosi ma brillanti (anche per non essere troppo bacchettona). Il primo è l’accuratissimo saggio Le brave ragazze non leggono romanzi, spassosa raccolta di tutte le maschili inquietudini di fronte alle donne colte, il secondo, di cui è disponibile anche l’e-book è il libro La sovrana lettrice dove il geniale Bennett immagina la compassatissima Elisabetta II fan sfegatata di quei “cosi di carta” che i comuni sudditi chiamo libri.

Dopo questo primo paragrafo dedicato alle donne passo al centro della mia riflessione che era iniziata analizzando la situazione dei lettori “ragazzi”. I giovani leggono. O meglio, alcuni giovani leggono tantissimo mentre altri non leggono affatto. Tuttavia, la colpa di questa disparità nasce da due variabili. La prima l’ho accennata sopra. Leggono i ragazzi che vivono in famiglie dove la lettura non è solo chiesta ma effettivamente vissuta anche dai genitori. Non serve dire a un figlio leggi! Serve che vi veda, sin da piccolo leggere. Perché è solo il comportamento il vero motore per educare .

Altra variabile: occorre che i ragazzi possano scegliersi i libri da leggere. Inutile pretendere che i giovani si appassionino a Svevo (se ne innamoreranno ma se a 16 anni vogliono perdersi nelle storie dark-fantasy alla Warm Bodies lasciateli fare…. ) meglio puntare a offrire letture che possano davvero rispondere alle loro esigenze. Per questa ragione vorrei segnalare alcune letture che secondo me possono essere interessanti e appassionare i giovani lettori. Si tratta di romanzi pensati per un pubblico adolescente ma smaliziato, senza falsi moralismi (odiatissimi dagli idealisti lettori di 16 anni) ma capaci di parlare ai loro dubbi, alle loro incertezze e ai loro problemi. Il primo romanzo che vi consiglio è Wok di Francesco Carofiglio, fratello del più noto giallista Gianrico. Si tratta di una storia on the road di un ragazzo orfano che cerca di ricostruire la sua identità. Per quelli che fra qualche anno diventeranno lettori di Kerouak.

L’altro romanzo che vi segnalo – anche perché sabato 13 aprile il suo giovane e marchigiano autore sarà in libreria Rinascita- è Cate, io di Matteo Cellini. Una ragazza e il suo essere “troppo”. La storia ci parla di Cate, troppo intelligente, troppo sensibile, troppo brava a scuola, troppo simpatica e del fatto che di tutti questi troppo lei vede solo il suo “troppo grasso”. Ve lo consiglio perché mostra bene come a volte tutti noi scegliamo di vedere solo i nostri difetti (o quelli che crediamo tali) rifiutando di conoscerci per quello che siamo: persone piene di qualità.

Consigliatemi le vostre letture, scrivete a info@bilbiodiversita.it.