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ASCOLI PICENO – Il giorno successivo al consiglio aperto sul tema Università, fortemente voluto dalla minoranza, interviene la capogruppo di opposizione (PD) Valentina Bellini. “Su un tema che conta davvero sono emersi solo disinteresse, incapacità e un malcelato fastidio per l’iniziativa fortemente voluta e richiesta, invece, dalla minoranza” dichiara la consigliera.

“Il consiglio comunale aperto è stato un’occasione imperdibile e positiva per parlare del futuro della città, delle sue prospettive di crescita; presenti tutti gli attori della realtà universitaria, economica e sociale del territorio. Ciascuno ha portato un contributo e ha messo in evidenza la necessità di raccordo tra le istituzioni del territorio, le problematiche più evidenti, la ricerca di idee e di progetti che oltre a denaro chiedono inventiva, coraggio, azioni concrete. Alti gli interventi dei partecipanti, a partire dal rettore di Unicam Corradini”, questo il giudizio positivo di Bellini. Al sindaco invece si rimprovera di “aver introdotto e chiuso il consiglio con lo stesso discorso di circostanza”.

La Bellini le ha per tutti e ricorda come durante l’assemblea “l’assessora all’Università non ha detto una parola in consiglio, i consiglieri di maggioranza quasi del tutto assenti, un presidente dell’assemblea in difficoltà persino a gestire gli interventi, che dispensa la parola come fosse un privilegio a ospiti e a consiglieri, interrompendo o interloquendo con battute inopportune che forse si pensavano spiritose”. Infine la questione del documento presentato dall’opposizione che “voleva essere una sintesi di quanto detto e soprattutto una presa di impegno dell’amministrazione davanti agli operatori e alla città intera. Il presidente Trenta ha completamente ignorato la proposta non avendo neppure la correttezza di dichiarare pubblicamente inammissibile la richiesta firmata, peraltro, da dieci consiglieri sui 16/17 presenti. Una scorrettezza istituzionale di rare proporzioni. Una proposta della minoranza ignorata con disprezzo e sufficienza. Risibili, poi, le motivazioni di inammissibilità procedurale addotte, dopo la chiusura del consiglio, a seguito delle vivaci proteste dei consiglieri di minoranza; è da ricordare che alla fine dei pochi consigli comunali aperti di questi anni si è pervenuti sempre ad un ordine del giorno conclusivo che stilasse una serie di impegni da parte dell’amministrazione, votato all’unanimità” sostiene la capogruppo.

Una conclusione disincantata e amareggiata per la chiosa finale, “una cosa ci è sembrata chiara: questa città, che pure ha risorse, talenti, opportunità da cogliere, non avrà nessuna possibilità di uscire dalla crisi dilagante in cui è finchè avrà a sua guida una classe politica del tutto inadeguata a riflettere sui problemi, ascoltare i cittadini, promuovere iniziative, fare scelte e rischiare il cambiamento per il bene comune”.