Articolo
Testo articolo principale

Il 2013 per me è l’anno di Dylan Dog. Non in senso generale ma strettamente personale. L’indagatore dell’incubo fa la sua prima comparsa in edicola il 26 settembre 1986 (tu pensa il giorno del mio compleanno N.d.A.) con L’alba dei morti viventi, di chiara ispirazione romeana, da lì le citazioni sono state numerose, da Jack lo squartatore, al Silenzio degli innocenti, a Nightmare. Il mio primo albo fu Johnny Freak, una storia talmente coinvolgente che mi spinse a leggerne molti altri, per un lungo periodo fui seguace di Dylan, ma poi… venne la fase manga e abbandonai il panorama fumettistico italiano.

IL RITORNO DI UN CAPOLAVORO

Erano anni, dunque, che non prendevo in mano un albo dell’Indagatore dell’Incubo e la ripresa è avvenuta un po’ per caso, con Necropolis, una bellissima storia firmata Barbato/Freghieri letta in treno solo per seguire il consiglio di un collega. Ma devo dire che la spinta definitiva l’ha data Mater Morbi, un capolavoro a fumetti che la Bao Publishing ha rieditato in versione deluxe. Quello che mi ha sconvolto è stata la storia, a firma di Roberto Recchioni uno sceneggiatore e disegnatore di grande fama che vanta collaborazioni con le più grandi case editrici italiane quali Disney, Panini, Eura Editoriale, Comic Art, Rizzoli e Astorina.

UNA STORIA, UN PUGNO ALLO STOMACO

Mater Morbi è un albo che parla di sofferenza, d’amore, di morte e di malattia; perché lei, la protagonista, non è altro che la personificazione della madre di tutte queste piaghe. Rappresentata come una donna bellissima, focosa amante che trasuda erotismo, il personaggio è talmente forte da prendersi la scena ed entrarti dentro. Ricoverato per un malore in ospedale, Dylan Dog si trova faccia a faccia con la malattia, un male incompreso che si impadronisce di lui senza che nessuno riesca a fare nulla per aiutarlo e dove l’unica salvezza pare la rassegnazione. Il modo in cui viene raccontata la sofferenza del malato è scrupolosa e reale, spaventosamente reale. Solo in seguito ne ho scoperto il motivo: lo sceneggiatore stesso combatte da anni con una malattia congenita, ed ecco che l’albo acquista una connotazione autobiografica, tristemente autobiografica, in quanto il tutto assume una dimensione reale, umana e quella sofferenza non è più nero su bianco, ma carne viva e sanguinante, sudore e dolore e il tutto diventa terrificante.

UN TRATTO DAVVERO FENOMENALE

Un albo promosso a pieni voti che associa ad una trama così solida e convincente un disegno che si sposa alla perfezione. Le tavole a colori sono di rara bellezza, e quelle in bianco e nero hanno un tratto grottesco, che strizza gli occhi ai vecchi horror del cinema, così coinvolgente che ci si chiede quasi se Massimo Carnevale non abbia a posto delle dita pennelli e chine. Fumettista e illustratore italiano che vanta riconoscimenti e collaborazioni molto prestigiosi, tra cui una lunga carriera per la Lanciostory, dal 2007 inizia la collaborazione con la Sergio Bonelli Editore disegnando Fuori tempo massimo, il primo episodio di Dylan Dog Color Fest. A contornare il tutto un’edizione Bao davvero di tutto rispetto: copertina cartonata, tavole a colori, schizzi preparatori e, non ultima, la sceneggiatura di Recchioni. Dimenticavo la bravura di Roberto è talmente tanta che da poche settimane è stata ufficializzata la notizia che sarà proprio lui il nuovo curatore di Dylan Dog, sperando che questo cambio di rotta porti freschezza e novità a una serie che iniziava un po’ a sentire il peso degli anni. Che dirvi ancora dopo tutto questo se non di acquistare subito la vostra copia?

Testata: Mater Morbi, Autore: Roberto Recchioni e Massimo Carnevale, Dimensioni: 22×29 cmb/n e colorecopertina cartonata, Pagine: 144, Prezzo: € 17,00

 Video promozionale per l’uscita di Mater Morbi, Dylan Dog n°280

{gallery}MaterMorbi{/gallery}