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GROTTAMMARE – È stato collocato in Sala consiliare il dipinto di Cristina Persiani, dal titolo “La difficile ricerca della felicità”, l’olio su tela che l’autrice ha donato all’Amministrazione comunale la serata del 20 giugno scorso. Il quadro è stato realizzato durante l’evento “Rifugiati ad arte”, appuntamento clou del calendario di Sconfiniamo 2013, la manifestazione collegata alla Giornata mondiale del Rifugiato, organizzata in collaborazione tra il comune di Grottammare e il Gus che gestisce per conto dell’ente il progetto ministeriale di accoglienza a richiedenti asilo e richiedenti asilo Sprar “Together”.

 

L’opera, consegnata durante la serata al sindaco Enrico Piergallini, è stata presentata ufficialmente a tutti i componenti dell’Amministrazione comunale alla conclusione dell’ultima seduta consiliare, dalla presidente del consiglio comunale Alessandra Biocca che ha ricordato il contesto della realizzazione. Il quadro di Cristina è dominato dal volto di una donna mediorientale “caratterizzato da uno sguardo alla ricerca di aiuto, di qualcosa che è difficile conquistare: la felicità per sé e per gli altri”. Il resto del viso è nascosto dal burqa, lasciando un alone di mistero sull’identità della donna, soggetto molto caro nella produzione artistica della Persiani.

 

“In questo modo – afferma l’autrice – l’opera non va a rappresentare una persona specifica ma tutta l’umanità e soprattutto l’universo femminile che spesso è vittima quotidiana di violenza e soprusi in molti Paesi nel Mondo. Sullo sfondo, inoltre, c’è un uomo pensieroso e sfiduciato che sembra esprimere l’incapacità di molti maschi, soprattutto quelli che occupano posizioni di alta responsabilità sociale e politica, ad intervenire efficacemente per risolvere i problemi, rappresentato con una sfera infuocata che si va a fondere con il burqa della protagonista”. Un braccio che emerge dalla parte destra del quadro, chiude il simbolismo dell’opera; “titubante e incerto, cerca con la mano di prendere contatto con la sfera infuocata e aiutare la donna a sopportarne il peso, nella speranza di ritrovare l’agognata serenità a cui tutti, compresi i rifugiati, hanno diritto”.