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ANCONA – La crisi continua a sfibrare il tessuto imprenditoriale marchigiano e dopo gli annunci di chiusura di alcune aziende importanti, arrivano i dati elaborati da Unioncamere Marche che confermano il trend negativo degli ultimi tempi. Tra l’inizio di gennaio e la fine di giugno 2013, le attività imprenditoriali registrate alle Camere di Commercio sono diminuite di 707 unità, attestandosi a 175.810 imprese

Al sistema produttivo marchigiano non è bastato il timido segnale di ripresa arrivato nel secondo trimestre dell’anno, quando sono nate 2.851 imprese mentre hanno cessato l’attività in 2.104, con un saldo positivo di 747 unità. A mantenere in fase negativa l’andamento demografico delle imprese ci ha pensato il primo trimestre dell’anno, quando il sistema produttivo ha perso 1.454 aziende.

“Il sistema economico marchigiano si rilancia se riusciamo a rilanciare le imprese” – afferma il presidente Unioncamere Marche Adriano Federici – perché è solo dalle imprese che viene il lavoro. Il tessuto produttivo regionale sta combattendo una battaglia di resistenza ormai da anni ma serve una forte iniezione di fiducia e di risorse. Oltre a quelle del credito, indispensabili per dare operatività alle imprese, serve mettere a frutto con intelligenza le risorse messe a disposizione dall’Europa. Le Camere di Commercio sono pronte a dare il proprio contributo, sia per individuare progetti prioritari per le imprese sia per cofinanziarli in vista del ciclo di risorse 2014-2020. Da poche settimane, infatti, Unioncamere ha lanciato una cabina di regia nazionale interamente finanziata dal sistema camerale per sostenere le Camere locali nella fase di negoziato con le istituzioni territoriali per la predisposizione delle misure della prossima programmazione”.

Tramite un approccio disaggregato dei dati si evince che nella nostra Regione sono state avviate meno procedure fallimentari rispetto allo stesso periodo del 2012 (203 contro 227) mentre sono aumentati i concordati (64 rispetto ai 38 del primo semestre 2012). A vivere le maggiori difficoltà è sempre l’artigianato che tra aprile e giugno è aumentato di 79 imprese ma in sei mesi ha perso 771 aziende. Il dato più eclatante del secondo trimestre riguarda il commercio, che ha registrato un incremento di 251 aziende, mentre anche i servizi di alloggio e ristorazione, complice la stagione estiva, sono aumentati di 109 unità. In crescita anche le attività finanziarie e assicurative (+111) ed in genere le attività di servizi, mentre prosegue il calo delle imprese agricole (-118). Il manifatturiero tiene (+34) grazie al sistema moda, con le calzature in crescita di 11 unità e l’abbigliamento di 12 mentre continuano a perdere imprese la meccanica (-15), gli alimentari (-9) e il mobile (-2). L’analisi prende in considerazione anche l’andamento delle imprese marchigiane in base alla ragione sociale, evidenziando come i neoimprenditori preferiscono le società di capitali (+319) e le imprese individuali (+279). Per quanto riguarda le province marchigiane, il saldo più positivo è quello di Ancona (+306) seguita da Fermo (+142), Macerata (+113), Pesaro (+95) e Ascoli Piceno (+91).