Articolo
Testo articolo principale

Esistono film che raccontano storie. A volte leggere, a volte tragiche. Storie. Poi esistono film che sono esperienze. Difficilmente inquadrabili in una categoria predeterminata. Fanno urlare allo scandalo o al capolavoro, reazioni opposte allo stesso schiaffo che rappresentano per lo spettatore. Enter the void appartiene sicuramente alla seconda categoria. Non è facile definire quest’opera. Gaspar Noé ha dovuto attendere il successo di Irreversible per produrla, sfruttando l’onda del clamore suscitato. La gestazione è stata comunque lunga, per un film che travolge lo spettatore per oltre 150 minuti.

La trama appare chiara già dai primi dialoghi: la camera segue in soggettiva Oscar (Nathaniel Brown, qui al suo esordio), spacciatore orfano di vent’anni che vive con sua sorella Linda, e che viene ucciso dalla polizia durante un blitz in un locale. Da questo momento in poi il film percorre l’esperienza del passaggio dalla vita alla morte, in bilico tra l’esaltazione dell’anima a un livello superiore e l’ancoraggio al mondo dato dalla reincarnazione, come suggerito dal “Libro tibetano dei morti” che compare all’inizio.

“Dicono che voli, quando muori”.

L’opera di Noé è proprio questo volo, visto dalla prospettiva dell’anima di Oscar, tecnicamente seguito da una camera sospesa nel viaggio extracorporeo sopra i tetti di Tokyo. Nel passaggio tra vita e morte c’è l’amore, fisico e mentale, c’è la famiglia, il senso di protezione che lega un fratello e una sorella rimasti orfani da piccoli, c’è il background socioculturale visto come ineluttabile condizionatore delle scelte individuali, c’è il valore delle promesse, la gelosia, il vuoto di un presente senza prospettive, la droga come rifugio. Le luci e i colori pulsanti, che rompono il buio della metropoli, ritmano il viaggio verso il vagito di una nuova rinascita.

Enter the void non è semplice da digerire. Intenso, potente, devastante. Capace di scavare nell’anima per suscitare rabbia, indignazione, ma anche pathos ed empatia. 

Un film che divide. Ma che difficilmente può lasciare indifferenti.

REGIA: Gaspar Noé

ANNO: 2009

GENERE: Drammatico

DURATA: 154 minuti

TRAILER