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ASCOLI PICENO – L’emergenza lavorativa nel Piceno al centro delle preoccupazioni del capogruppo regionale dell’Udc Valeriano Camela. In un comunicato infatti il politico ascolano si scaglia contro l’indifferenza delle istituzioni locali e l’inerzia del sistema socio-economico-produttivo-creditizio nei confronti di quella che viene definita una vera e propria calamità sociale, tutti aspetti verso i quali il capogruppo dice che è giunto il momento di dire basta.

“La vicenda Haemonetics è solo l’ultimo dramma in ordine di tempo per le famiglie ascolane – si legge nella nota di Camela -. Un’altra goccia in un vaso già traboccato. 185 famiglie che si aggiungono alle migliaia che già da tempo vivono una situazione di grave precarietà. Tutto tace. Tutto è fermo. Qua e là segnali in ordine sparso di attenzione alla situazione. I soliti, ma inefficaci, viaggi della speranza al Ministero dello Sviluppo Economico a Roma”.

“Avevo segnalato tempo fa – continua l’esponente dell’Udc – e sono tornato sull’argomento in un recente passato, il fenomeno della “delocalizzazione di ritorno” che sta coinvolgendo un numero crescente di imprenditori italiani e stranieri che avevano spostato la produzione in Paesi a basso costo di manodopera. Essi si sono accorti che per essere competitivi sul mercato, e quindi per restarci, non è più sufficiente la manodopera a basso costo ma occorrono servizi, capacità tecniche e vantaggi logistici che in determinati Paesi non esistono. Io ritengo che questo fenomeno, che si sta confermando nel tempo, possa rappresentare una prima, seppur parziale, risposta al grave problema occupazionale italiano e quindi marchigiano. Calandoci nella nostra realtà, torno a sollecitare l’attivazione di un tavolo UNITARIO dove i protagonisti dello sviluppo socio-economico del territorio piceno e della sua comunità possano condividere una grande operazione di marketing per rendere appetibile il nostro territorio a tali imprenditori “di ritorno”, anche offrendo specifici vantaggi sul versante servizi-infrastrutture-credito, nonché agevolazioni dei tributi locali e quant’altro utile alla causa”.

Infine un appello alla Regione Marche che per Camela è chiamata a dare precisi segnali in questa direzione, ad esempio con interventi di alleggerimento dell’Irap. Al riguardo giace in Consiglio regionale una mozione a mia firma sulla sospensione dell’addizionale regionale Irap 0,83% nelle aree ad elevata crisi industriale, di cui è prevista la discussione in Aula in tempi brevi.