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ASCOLI PICENO – “Da alcune recenti esternazioni potrebbe sembrare che sul tema della riconversione dell’area ex-Sgl Carbon le Istituzioni, i Sindacati e Confindustria stiano sbagliando tutto”. Con queste parole Antonio Canzian affronta l’argomento e ripercorre fatti, date e impegni sottoscritti dai diversi attori del territorio. Il percorso, iniziato nel 2007 con la firma del Protocollo d’intesa 19/2/2007 sulla base dello studio di fattibilità dell’Università di Ferrara e della Facoltà di Architettura di Ascoli, perseguiva determinati obiettivi di bonifica che ad oggi sembrerebbero aver perso appeal, nonostante “fino a qualche mese fa nessuno abbia criticato percorso e contenuti“.

Gli studi che hanno portato agli attuali indirizzi generali della riconversione (bonifica del sito, insediamento di un Polo, valorizzazione immobiliare dell’area) trovano luogo nel progetto presentato da Restart che, “oltre all’insediamento del Polo scientifico-tecnologico-culturale, – fa notare Canzian – prevede a suo carico la bonifica, lo smantellamento delle volumetrie industriali e la realizzazione del parco urbano, nonché la previsione di un intervento di edilizia residenziale seppur molto superiore, è vero, a quello inizialmente previsto“. “E solo oggi, quando per una volta c’è un progetto ed una unità di intenti di Istituzioni e forze sociali, su di esso si esprimano pesanti critiche, seppure assolutamente legittime, senza però prospettare alcuna credibile alternativa, se non quella di azzerare tutto e ricominciare da capo”, afferma Antonio Canzian in un affondo rivolto al centrosinistra.

Insomma la riconversione dell’area Carbon dovrebbe tornare a essere una faccenda cittadina e non rappresentare un’occasione per recuperare eventuali pesi politici. “È chiaro che la probabile alternativa è che non si faccia niente – chiosa – e che per i prossimi 30 anni l’area Carbon rimanga inquinata e con i suoi 800 mila metri cubi di capannoni industriali ben in vista esattamente com’è oggi. E questa sarebbe una sconfitta per tutti”.