Articolo
Testo articolo principale

ASCOLI PICENO – Continuano le nomine nell’ottica del riordino dell’Area Vasta 5. Dopo nefrologia è ora la volta della Centrale Operativa del 118, per la quale è stato scelto Flavio Postacchini, che così dirigerà l’apparato delle emergenze sia dell’Area Vasta 5 che dell’Area Vasta 4, di cui è responsabile dal 2012. Specializzato in chirurgia generale, il nuovo direttore nel 1988 entra a lavorare nel pronto soccorso di Fermo, per poi passare al 118 nel 2004. Un lungo bagaglio di esperienza quindi nel settore della prima emergenza, come spiega il numero uno dell’Area Vasta 5 Giovanni Stroppa, che si augura che si continui in continuità con l’operato di Massimo Loria, primo organizzatore del servizio ad Ascoli nel 1992 e reggente dell’incarico dal 2012 in attesa del riassetto.

Un’eredità importante quella ricevuta da Postacchini, che si dice onorato di poter dirigere la Centrale Operativa del 118 di Ascoli, da sempre punto di riferimento per tutta la regione, sottolineando di come sia all’avanguardia il servizio offerto circa la rete infarti e ictus, ponendosi come obiettivo quello di una maggiore integrazione tra il pubblico e il privato e tra i cittadini e l’ospedale.

Vista l’occasione della presentazione del nuovo direttore, Stroppa ha invitato anche i primari di psichiatria di Ascoli e San Benedetto, Mariani e Guidotti, che dopo le tante voci sull’accorpamento hanno voluto dire la loro. “Tutti scrivono che psichiatria chiuderà ma questa è una falsità. E’ inesatto dire che ad Ascoli non esisterà più un reparto perché semplicemente si unirà a quello di San Benedetto, rimarranno invece due strutture convenzionate, due centri diurni oltre che il CSM. Questo accorpamento porterà alla condivisione di risorse e competenze che porteranno miglioramenti per l’assistenza agli assistiti che è il vero obiettivo, mentre per altri lo scopo è l’assistenza agli assistenti. Altre falsità sono quelle sui posti letto, ad Ascoli già non venivano mai totalmente occupati i 10 a disposizione con diversi TSO che arrivavano da fuori provincia e anche fuori regione. Per legge c’è bisogno di 1 posto letto per ogni 10.000 abitanti, quindi per l’Area Vasta ne occorrono 22 come era precedentemente, col riordino invece saranno 40 in totale quindi quasi il doppio. La grande sfida comunque sarà quello di lavorare per far sì che i pazienti siano seguiti nella maniera più ottimale fuori dall’ospedale, questa è una fase di sperimentazione e fra un paio di anni vedremo i risultati”.