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ASCOLI PICENO – Consiglio provinciale aperto venerdì 31 gennaio dalle 17,30 sulla chiusura della Coalac di Ascoli Piceno. L’assemblea consiliare vuole aprire un confronto trasparente con il territorio. La Coalac è stata la prima produttrice del Piceno del “latte fresco”, anche nelle zone periferiche e frazionali di montagna, consentendo così, soprattutto alle piccole attività commerciali, un valore aggiunto che ha permesso la loro sopravvivenza come infrastrutture commerciali in località svantaggiate. Senza considerare che, in 35 anni di attività produttiva di “latte fresco”, intere generazioni sono cresciute con l’alimentazione del latte prodotto negli allevamenti locali, senza che essi abbiano mai denunciato qualsiasi problema di carattere sanitario.

“Abbiamo convocato, grazie anche all’ausilio dei capigruppo, questa seduta aperta a tutte le forze politiche, economiche e sociali del territorio – afferma il Presidente del Consiglio Provinciale Armando Falcioni – ritenendo doveroso, come amministratori del Piceno, spenderci a difesa di un’attività produttiva locale, moderna dal punto di vista tecnologico, finanziariamente sana, evoluta al punto di vista della sostenibilità ecologica e punto di riferimento dello specifico mercato di settore. Ciò per fare sentire il peso del territorio perché la Regione continui ad individuare un polo specifico di qualità ad Ascoli Piceno sulla produzione di ‘latte fresco’. Mai come in questo momento il Piceno, come è accaduto nella questione del ridimensionamento delle sede Inail, ad esempio, dovrà dimostrare una unitarietà ed un senso di appartenenza non secondi ad altri territori contro politiche che, ancora una volta, rendono questa Provincia più appendice, che parte integrante delle Marche. Spero – aggiunge Falcioni – che si crei un tavolo permanente fra tutti gli attori coinvolti sul caso Coalac, anche perché questa vicenda possa costituire lo spunto per chiarire attraverso un confronto tra le posizioni del territorio con quelle del governo regionale anche su altre problematiche, da quelle macroscopiche come la Sanità ad altre particolarmente importanti che saranno discusse dopo la probabile riforma delle Province, ovvero la dislocazione degli uffici dello Stato a livello regionale identificando, in questo ambito, il Piceno come polo del sud delle Marche”.