Articolo
Testo articolo principale

Quest’anno la settimana di Carnevale – che per me è sempre la più attesa e amata dell’anno – sarà un po’ diversa. Faccio una piccola premessa. Sono ascolana doc e quindi adoro il Carnevale con le sue macchiette ironiche e la capacità miracolosa dei lampadari multicolor di Piazza del Popolo di trasformare l’atmosfera. Tuttavia quest’anno, per un piccolo intervento fissato proprio in quei giorni, dovrò starmene a casa e, cosa ancor più grave per una lettrice, dovrò assolutamente far riposare la vista. Per cui niente libri, niente e-reader etcc. Messa di fronte a questa situazione mi sono sentita prendere da un profondo sconforto. Perdere la mia festa preferita era già una cosa scocciante ma rinunciare alla lettura mi mette di cattivo umore. Come affrontare la noia di giorni senza storie? Come piegarsi a non avere la testa piena di personaggi che ti tengono compagnia anche nelle azioni quotidiane?

Insomma in parole povere, che faccio adesso? E qui mi sono resa conto di quanto sia prezioso il tempo della lettura. Quell’ora la sera o quel mezzo pomeriggio libero in cui ci si può mettere con il naso dentro un libro (o di fronte a un e-reader) appartiene ad una dimensione diversa dal resto del tempo. Si tratta di un tempo dilatato e perfetto in cui puoi essere pienamente te stesso, libero e coinvolto senza la necessità di occuparti di altro se non della storia che ha davanti. Un tempo in cui puoi arrabbiarti, godere, preoccuparti, ragionare e essere felice. Un tempo in cui puoi provare emozioni e sviluppare ragionamenti che altrimenti non avresti potuto concepire. Un tempo per provare altre vite e fare altre scelte per essere capace forse poi, una volta tornato nel mondo “reale”, di vivere più consapevolmente, più pienamente. A questa piccola riflessione è seguita, come in una processione nella mente, tutta la lunga lista di letture che finora rimandato, quasi a chiedermi giustificazione di tanto ritardo nei loro confronti. E, lasciatemelo dire, la successione è spaventosamente lunga e in alcuni punti imbarazzante. Ma voi lo sapete sono onesta e per cui condividerò in questo post qualcuna delle mie imbarazzanti mancanze di lettrice. Ovviamente appena tornerò abile alla lettura mi metterò di buona lena a recuperare.

Il primo libro che manca al mio carnet di lettrice è il classico di Nabokov, Lolita. Sarà perché un po’ mi ha sempre messo a disagio la trama, ma non ho mai superato la mia incertezza, sebbene molti mi abbiano decantato lo stile superbo del maestro russo. Provvederò già in aprile (poi vi farò sapere).

Secondo assente, David Foster Wallace e il suo capolavoro Infinite Jest. C’ho voglia di leggerlo da una vita ma mi preoccupa la mole. Rimanderò anche stavolta o vincerò i miei dubbi? Speriamo di superare il blocco del lettore e di buttarmici a capofitto al più presto.

Terzo titolo che mi aspetta è invece un libro che mi ha sempre incuriosito ma che per mancanza di tempo ho lascito tra le seconde scelte per troppo tempo. Si tratta dell’Ultimo teorema di Fermat di Singh. Voi dite “e perché ti interessa tanto?” e io rispondo “perché no?”

Ecco finito il mio post, di libri ce ne sarebbero ancora a bizzeffe da mettere in elenco ma poi mi salirebbe la tristezza e farei tristi riflessioni sulla vastità delle biblioteche e sulla brevità dell’esistenza…. E voi, quanti libri vi rimproverano di non averli letti? Scrivetemi a info@bibliodiversita.it