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ASCOLI PICENO – Ricordate la mostra Archeologia Contemporanea allestita al Museo Archeologico a ottobre scorso? Ebbene, come promesso, il progetto voluto da Arte Picena, che ha visto Ascoli al centro di una riflessione contemporanea ad opera di Eugenio Tibaldi e Giuseppe Stampone, non si è fermato. Con il contributo e il patrocinio del Comune di Ascoli, il supporto della fondazione Libero Bizarri, ieri è stato presentato negli spazi di Cantiere a via Oberdan, “Acque Chete. Silabario delle basilari possibilità di esistere”, un sogno di Eugenio Tiobaldi e dello scrittore Tommaso Pincio che ha preso forma reale.

 

In copertina l’autore Mario Esquilino, un espediente letterario, perfettamente sintetizzato nella bandella del volumetto dalle vesti “adelpheggianti”: “Nel quartiere dove il poeta Mario Esquilino ha ostinatamente vissuto, nessuno lo ha mai sentito nominare. Storie di seconda mano lo vogliono solito però passeggiare in piazza Vittorio. Pare girasse in tondo per ore a passo sostenuto sotto i sozzi portici, mescolato a un’umanità colorata e chiassosa, dando l’impressione di un animale in gabbia. Proprio in quelle escursioni mattutine componeva i suoi versi, le sue definizioni di possibilità d’esistere. Persuaso infatti che nella vita di ogni persona si manifesti una piega, ovvero un fatto o una situazione o un tratto dell’animo nel quale poter scorgere il riflesso di ogni altro fatto, ogni altra situazione, ogni altro tratto dell’animo di essa vita, Esquilino si era dato la missione poetica di inventariare le pieghe dell’esistere, in vista di un catalogo o un sillabario, come lui lo chiamava strizzando l’occhio a chissà chi”.

 

Mirror è la casa editrice che non esiste e firma il libro. La scelta del nome può essere rintracciata nelle parole di Tibaldi: grazie a questo libro si apre un gioco di specchi, ogni vita ha un doppio, ogni doppio un collegamento. Ognuno può decidere il livello al quale spingersi nella fruizione.

“Oggetto speciale perché è un libro impossibile, è come dare carne a un fantasma” nella definizione dell’autore Tommaso Pincio, che continua “una serie di vite, di possibilità di vita, tante quante le lettere dell’alfabeto, personaggi noti dai nomi storpiati ma riconoscibili stilizzati in mini informazione, non esaustiva, ma assolutamente pertinente”.

Apro il libro a caso a pagina 124, lettera D, personaggio Denti Olig Ieri, versi:

Notabile Guelfo in esilio innamoratosi a prima vista novenne; a pag 125 l’illustrazione risultato di una commistione invidiabile tra fotografia e segno di Tibaldi, co-autore di Acque Chete, che ha rappresentato visivamente tutte le lettere, anche quelle dove Mario Esquilino non ha raccontato una vita.

Ciascuna vita prende una piega e il libro racconta, fuori dai canoni, le pieghe, le possibilità di esistere, che Eugenio Tibaldi ad Ascoli ha deciso di ambientare in due realtà storicamente importanti per la città di travertino: l’ex Carbon e l’ex Cartiera Mondadori.

Accomunati da “la capacità di fare arte con la determinazione di coinvolgere le energie umane che si incontrano sulla propria strada” (Pincio), Tommaso ed Eugenio si conoscono in occasione di un premio vinto insieme all’American Academy e da subito il loro rapporto diventa forte e la loro affinità artistica li unisce. Il Sillabario racchiude un mondo, il loro, e Ascoli ne è scenario privilegiato.

“L’energia dentro la produzione delle cose è il valore più grande che mi ha dato quest’esperienza” chiosa Tibaldi, ringraziato da Pincio per averlo coinvolto “perché questo libro è una delle creazioni più soddisfacenti del mio percorso di scrittore”.

La presentazione si è conclusa con la proiezione del docufilm “Identità in divenire” che ripercorre i tre mesi ascolani vissuti da Eugenio Tibaldi per penetrare Ascoli e valicare il confine della conoscenza superficiale di una realtà controversa, ferma e in fieri allo stesso tempo. Per informazioni sul “Acque Chete. Sillabario delle basilari possibilità di esistere” è possibile rivolgersi ad Arte Picena su Facebbok o sul sito.