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ASCOLI PICENO – Anche Ascoli ora ha il suo Piano Regolatore. Un’attesa lunga ben 42 anni visto che il precedente, e unico, risale al 1972. Un travaglio lungo e affatto semplice, iniziato nel 1998 quando l’allora sindaco Allevi incaricò Pierluigi Cervellati di mettere a punto il nuovo Prg. Ora, dopo 16 anni, finalmente l’approvazione con l’architetto che giustifica la lunga attesa dicendo che è stato necessario adeguare il piano alla trasformazione della città, visto che all’epoca dell’incarico Ascoli era un polo industriale cosa che ora purtroppo non è più. Un percorso tortuoso, che ha trovato la fine nella serata di ieri, quando la maggioranza è riuscita ad approvarlo definitivamente non senza qualche difficoltà. Sono stati infatti 21 i voti favorevoli, il minimo necessario per approvare un Prg, contro i 6 contrari dell’opposizione. La maggioranza, che doveva fare i conti con numerose assenze per problemi di incompatibilità, si è salvata grazie ai voti favorevoli di due transfughi della minoranza, ovvero l’ex Pd Filliagi e l’ex Idv Pietracci.

Approvazione che è stata preceduta e seguita da numerose polemiche. La minoranza aveva chiesto, con l’appoggio di tutti i candidati sindaci di opposizione, che la discussione fosse rimandata a dopo le elezioni ritenendo inopportuno approvare un Prg in campagna elettorale visto che ora si apriranno i due mesi dedicati agli accorgimenti. Richiesta bocciata dalla maggioranza che ha votato compatta contro la sospensione. Castelli infatti ha spiegato che l’approvazione è un atto dovuto verso la città ed un gesto di coraggio, in quanto con questo gesto si dimostra che non si ha paura di presentarsi al voto presentando la propria idea di città futura che si basa sui due pilastri del lavoro e della qualità del territorio.

“Come mai i conflitti d’interesse tutti e solo nella maggioranza? – attacca duramente Ameli del Pd – va dato merito comunque a Trenta e Tosti che si sono palesati mentre tutti gli altri hanno preferito rimanere nell’ombra. La richiesta di sospensione era più che legittima ed era un appello firmato non solo Pd, ma anche da tutte le altre forze di opposizione. In sostanza ora abbiamo un Piano Regolatore svuotato dalle varianti, senza un progetto di sviluppo futuro per la città e che è stato approvato grazie ai voti di due non eletti con la maggioranza, anche il dibattito in Consiglio è stato insufficiente visto che solo dieci minuti a testa per parlare di un argomento così delicato sono davvero pochi”. “Il Prg ha avuto così tanta forza nell’approvazione da rendere necessario l’intervento dell’Udc per garantire il numero legale – affonda il candidato sindaco del centrosinistra Giancarlo Luciani Castiglia – addirittura il consigliere Marcucci (Udc ) ha votato a favore, mentre tra le astensioni ci sono altri due esponenti del partito centrista. Così Castelli è riuscito a salvare sé stesso da una magra figura durante il consiglio convocato per approvare un Prg atteso da più di 40 anni e liquidato in con poche ore di discussione, in un’unica seduta. E proprio l’approvazione del documento in una sola seduta rende l’idea della scarsa democraticità di questa amministrazione che ha voluto licenziare subito un documento come il Prg utile a Castelli per la sua campagna elettorale”.