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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sulla sentenza del Tar, che di fatto annulla il Consiglio Comunale del 30 novembre 2013, è sorto un vero e proprio caos che vede intrecciarsi questioni tecniche, relative al regolamento comunale, e motivazioni politiche, che determinano lo scontro decisivo tra maggioranza e Popolo delle Libertà.

I riflettori della cronaca sul consiglio incriminato si sono accesi il giorno stesso del consiglio, quando, prima della presentazione della delibera da parte dell’assessore alle finanze Fabio Urbinati inerente la ricognizione e la salvaguardia degli equilibri di Bilancio, il consigliere Pdl Pasqualino Piunti ha preso la parola per esprimere il suo disappunto sull’inserimento di un ulteriore punto in seconda convocazione. “Non abbiamo avuto a disposizione gli atti entro le 24 ore previste dal regolamento. – aveva dichiarato Piunti – Il gruppo consiliare del Pdl ha segnalato questo fatto alla Prefettura di Ascoli Piceno. Riteniamo che questa delibera non sia accoglibile perché non è legittima. Pertanto non parteciperemo alla discussione”.

Effettivamente la Segretaria Generale aveva confermato proprio in sede d’assise il mancato rispetto del regolamento e il presidente Marco Calvaresi (Nuovo Polo) ha ritenuto opportuno mettere la questione ai voti che hanno respinto la pregiudiziale. Allora, i consiglieri del Pdl e della lista Gabrielli Sindaco, seguiti da Pellei e Gambini, hanno lasciato l’assise che è andata avanti sul filo del rasoio. Insomma, l’assestamento di Bilancio 2013 è stato approvato grazie all’alleanza della maggioranza, sulla quale pesava l’assenza per motivi personali del verde Andrea Marinucci, e alla presenza del presidente Calvaresi (che si è astenuto).

Oggi, il boomerang lanciato dal Pdl il 30 novembre torna indietro e il Comune a distanza di quattro mesi torna a rischiare il commissariamento. “Tale atteggiamento esclusivamente finalizzato a far cadere l’Amministrazione Gaspari non tiene conto degli interessi della Città e dei cittadini ma solo degli interessi di parte. – hanno dichiarato i capigruppo nella conferenza di ieri – Chiedere il Commissariamento, lo scioglimento del Consiglio Comunale per un’ora di anticipo della convocazione non è fare il bene della Città ma solo lotta di potere”.

“Se ci si presenta all’assise il vizio di fama è superato, teoricamente. – ha anche affermato il capogruppo Benigni – Ci rifiutiamo di discutere questioni di minuti perché la città si deve giudicare sui fatti, non sui minuti. Parliamo di scuola, servizi sociali, cantieri aperti, progetti antiallagamento, se non faremo questo allora potranno mandarci via. C’è un errore palese nella convocazione, ma il vizio di forma non può sconvolgere il contenuto“. “Ora c’è un bilancio di previsione 2014 che non possiamo approvare per colpa di questa sentenza, – aggiunge Palma Del Zompo – non possiamo procedere nella pianificazione amministrativa”.

Non resta che attendere giovedì, quando il Comune sambenedettese presenterà formalmente la sospensiva urgente; se accolta si saprà subito quanto stabilito dal Consiglio di Stato, altrimenti sarà questione di giorni (48 ore).