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ASCOLI PICENO – “Negli ultimi mesi si è molto parlato su tutti i media locali della vicenda Haemonetics, la nota azienda di Campolungo, ex Pall, che dava lavoro a circa 190 dipendenti è che è stata irrevocabilmente chiusa dalla proprietaria multinazionale americana. In tutti questi tempi, si è sempre identificato il patrimonio umano di quella realtà con il gruppo dei cosiddetti irriducibili, quei lavoratori che facendosi rappresentare sindacalmente da Ugl ed Usb tengono in piedi il presidio davanti alla fabbrica ed hanno generato tutto il bailamme legale con centinaia di cause contro l’azienda. Ma la realtà non è solo questa”.

Così inizia la lettera giunta nelle redazioni giornaliste per fare il punto sulla situazione Haemonetics. “I cosiddetti irriducibili, in realtà sono la minoranza dei dipendenti. Noi, gli altri, siamo la assoluta maggioranza dei dipendenti Haemonetics. Forse silenziosa ai media, forse invisibile all’opinione pubblica ma siamo sempre la maggioranza assoluta fatta da uomini e donne con corpo, anima, cuore e dignità di lavoratori. – scrivono – Lo eravamo quando difendevamo il lavoro in fabbrica con impegno, serietà, responsabilità, convinti che occorra sempre mediare le soluzioni ed addivenire ad accordi dignitosi, piuttosto che avvelenare i rapporti sindacali e interpersonali. Lo eravamo quando, durante gli ultimi anni della gestione Pall, approvavamo i contratti di solidarietà proposti per affrontare la crisi del nostro settore, a differenza di chi non sottoscriveva nessun accordo. Lo eravamo quando rispondevamo positivamente al nuovo titolare Haemonetics che ci pregava di condividere percorsi di salvaguardia del sito, mentre c’era chi si arroccava su posizioni di rifiuto e vertenzialità legale. Lo eravamo quando il Ministero dello sviluppo ci chiedeva di fare la nostra parte abbassando la conflittualità legale perché c’erano industriali interessati a proseguire l’attività, mentre altri alimentavano il conflitto e la crescita esponenziale delle cause. Lo eravamo quando abbiamo sottoscritto a maggioranza assoluta il percorso che i sindacati confederali, la Regione, il Presidente della Provincia, il Sindaco di Ascoli, hanno contribuito a costruire per alleviare l’impatto sociale della chiusura dello stabilimento, ma anche perché convinti che fosse l’unica strada per provare a dare un futuro lavorativo a tutti quei lavoratori”.

E ancora, scrivono in una lettera pubblicata integralmente: “Non si creano le condizioni migliori per la pace, seminando bombe e creando campi minati. Sappiamo che anche in questo momento è in atto una trattativa di Haemonetics con industriali interessati. Una tenue fiammella che vorremmo alimentare con quanto è in nostro potere fare. Non possiamo permetterci di far fuggire anche questo ultimo soggetto interessato, perché l’alternativa sarebbe solo il deserto industriale e la disperazione sociale. Grazie per averci ascoltato. Torniamo al nostro dignitoso silenzio pronti a dare il nostro aiuto, sempre”.