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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Nel prelievo effettuato il 21 luglio scorso (giornata di piogge intense), l’Arpam ha rilevato nel tratto di mare antistante la foce del torrente Albula una concentrazione di batteri escherichia coli e di enterococchi superiore ai limiti di legge. Pertanto, su proposta del competente ufficio, il sindaco Giovanni Gaspari ha disposto il divieto di balneazione per un tratto compreso tra 50 metri a nord e a sud della foce del torrente Albula. Il divieto è valido fino a nuova comunicazione dell’Arpam che accerti il rientro dei livelli degli inquinanti nei limiti di legge.

“Purtroppo, come accadde anche l’anno scorso, paghiamo gli effetti delle piogge sull’acqua che dall’Albula finisce in mare; – spiega l’assessore all’Ambiente Paolo Canducci – già questa mattina però erano in programma le controanalisi dell’Arpam che speriamo possano consentirci di revocare il divieto al più presto. In ogni caso – prosegue Canducci – è assolutamente necessario comprendere da dove provengano gli elementi inquinanti.

Per questo motivo, già stamane, in ottemperanza a quanto previsto dal protocollo d’intesa siglato alcuni mesi fa con Arpam e Comuni del comprensorio, la nostra Polizia Municipale ha avviato, contestualmente ai controlli Arpam in mare, delle verifiche lungo l’asta fluviale dell’Albula e del Ragnola che si prolungheranno anche nei prossimi giorni con il supporto dei loro colleghi di Acquaviva e Monteprandone. Insieme ai Comuni contermini vogliamo capire dove si verificano sversamenti non autorizzati per adottare le opportune e drastiche misure”.

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